“Una perdita gravissima, che mi riempie di dolore e di amarezza. Con Giorgio Morales se ne va un pezzo della nostra migliore storia politica e amministrativa. Un grande uomo e una figura istituzionale che ha lasciato il segno nella città di Firenze e nella Toscana”.
Queste le parole del presidente Eugenio Giani appena appresa la notizia della scomparsa di Giorgio Morales.
“Il dolore è affiancato all’orgoglio per essergli stato vicino dal punto di vista politico e umano – ha proseguito Giani – E’ stato lui il primo a credere in me ancora inesperto e affidarmi un ruolo di grande responsabilità chiamandomi in giunta nel ‘93 come assessore alle infrastrutture e alla mobilità. Insieme a lui ho vissuto quella mia esperienza sentendo il conforto, quasi paterno, e il sostegno della sua grandissima stima nei miei confronti.
Con lui ho condiviso tutta l’esperienza socialista; Morales era arrivato al partito dopo il suo impegno nel mondo laico e progressita che lo aveva portato nei movimenti che si ispiravano al socialismo liberale dei fratelli Rosselli. Abbiamo quindi condiviso l’esperienza dei socialisti della sinistra che si rifaceva a Riccardo Lombardi.
“A lui dobbiamo l’impegno straoridnario nella trasformazione che caratterizzò il passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica – prosegue Giani – Ricordo le burrascose riunioni di quei momenti nelle quali lui sempre con rigore, visione strategica e determinazione portava avanti passaggi fondamentali: il Piano regolatore di Firenze del ‘92 e ‘93 con l’approvazione del piano di recupero che oggi vede il palazzo di Giustizia, il decentramento delle tre facoltà a Novoli. E’ di allora la scelta della realizzzione del parco di San Donato. E’ con lui che, quando ero assessore alla mobilità, facemmo la scelta di rinunciare al progetto di metropolitana, troppo costoso, e passare alla tranvia di cui elaborammo il primo progetto Firenze – Scanidcci che poi il Governo finanziò”.
“Nel ‘95 Morales interruppe la sua esperienza politica e amministrativa e con grande dignità tornò a esser dirigente in Regione Toscana, in quella Regione per la quale era stato tra i protagonisti e ispiratori dello Statuto, la sua prima stagione, nel 1970, insieme a Elio Gabbuggiani e Romano Fantappiè.
Non ho mai interrotto i miei colloqui e i rapporti di vicinanza con lui – conclude Giani – grazie a un legame franco e stretto che mi ha porato a sentirlo fino a pochi giorni fa. Lo ricorderemo come è doveroso con inziative adeguate che organizzerò quanto prima”.