Sono Paolo Andreucci e Rudy Briani, con una Skoda Fabia R5, i vincitori del Rally Città di Arezzo-Crete Senesi e Valtiberina, proposto da Valtiberina Motorsport in questo fine settimana, quarta prova del Campionato Italiano Rally Terra (CIRT), valida pure per il Campionato Italiano Rally Terra Storico, per il tricolore Cross Country Rally “Side by Side”, gara per il Tour European Rally Series (TER) moderno e “historic” e altresì atto finale del Challenge Raceday Rally Terra 2020-2021.
Una messe di validità che hanno permesso di toccare la considerevole cifra di 105 iscritti, messi tutti in riga dal pluridecorato campione lucchese di Castelnuovo Garfagnana, autore di una prestazione tanto decisa quanto veloce ed esente da errori. Un lavoro costruito in due giorni di accesi duelli sulle strade bianche dell’aretino e del senese con otto Prove Speciali che hanno generato per lui il tris di allori in questa gara dopo quelli del 2008 e della passata edizione, tre vittorie con tre macchine diverse (Mitsubishi Lancer, Citroen C3 e Skoda Fabia).
Partito al comando dalla prima prova speciale, Andreucci non lo ha più lasciato, riuscendo a contenere con fermezza ogni singolo attacco che arrivava dalla concorrenza, soprattutto dal veronese Umberto Scandola, in coppia estemporanea con Fappani sulla Hyundai i20 R5. Leader della classifica provvisoria di Campionato alla vigilia della gara, il pilota scaligero sotto la bandiera a scacchi si è dovuto accontentare della seconda piazza, peraltro acquisita con merito, cosa che gli ha consentito di rimanere primo in campionato.
La terza piazza è andata alla fine a Simone Campedelli, con Rappa alle note, su una VolksWagen Polo R5. Una gara a tratti sofferta, quella del driver romagnolo, soprattutto per non aver mai trovato la quadra con il set up e con le gomme calzate dalla vettura tedesca.
Sino alla sesta prova speciale il gradino più basso del podio era riuscito a tenerselo stretto il giovane boliviano Bruno Bulacia (Skoda Fabia R5), con al fianco Marcelo Der Ohannesian, poi fermato da un’uscita di strada quando dietro a loro incombeva decisa l’ombra appunto Campedelli.
Quarta posizione finale per il giovane padovano Niccolò Marchioro, in coppia con il fido Marco Marchetti, anche loro su Una Skoda Fabia R5. Reduci da una prima parte dell’anno sfortunata, caratterizzata da soli ritiri per guasti, si sono presentati al via della gara con il solo obiettivo di terminarla ed andarsi ad aggiudicare il titolo 2020-2021 del Challenge Raceday Rally Terra, davanti al diretto rivale Simone Romagna (Skoda Fabia R5), anche lui presente ad Arezzo.
La top five è stata completata da un altro interessante giovane, il bergamasco Enrico Oldrati, figlio e nipote “d’arte”, affiancato da De Guio, che all’esordio in questo rally ha sofferto la scarsa conoscenza delle strade nella prima porzione di impegno, partendo dalla tredicesima posizione per poi vederlo cresciuto – e con merito – di rendimento alla distanza. Il sugello di una gara di spessore il bergamasco l’ha messo in chiusura di gara, siglando il miglior tempo sull’ultima chrono, quando il duello per la vittoria era tutt’altro che sopìto.
Non troppo lontano da Oldrati ha chiuso, in sesta piazza, lo sloveno Aljosa Novak, in coppia con Okvirk (Skoda), costantemente con prestazioni da top ten e certamente da tenere in forte considerazione è stata la settima posizione finale dell’altro giovane bresciano Fabio Trevisani, al debutto assoluto con una trazione integrale, nello specifico anche in questo caso una Fabia.
Prestazioni da incorniciare anche per i varii Tonso (Skoda, pur rallentato da una foratura durante la prima tappa), Hoelbling (Hyundai) e Dati (Ford Fiesta), che hanno firmato e chiuso la top ten dopo due giorni decisamente campali ma di grande soddisfazione corsi su strade mitiche, che appartengono alla storia dei rallies internazionali.
Nella sfida a due ruote motrici il migliore è risultato il toscano di Pistoia “Barone Jr”, al debutto con la Peugeot 208 Rally4 e per la prima volta con al fianco Sofia D’Ambrosio, mentre il Gruppo N ha invece parlato aretino, con il successo incamerato da Stefano Marrini e la sua Mitsubishi Lancer Evo IX, condivisa con Valentini.
Tra le vetture storiche spettacolo, numeri ed anche prestazioni di livello, con la vittoria andata al sammarinese Bruno Pelliccioni, con una Ford Escort. La sfida “historic” è stata tutta sammarinese ed anche tutta curiosamente “da infermeria”, con il vincitore sfiancato da problemi ad una spalla e con anche il secondo arrivato, il suo connazionale Giuliano “Lupo” Calzolari (Ford Escort), che ha corso debilitato da una forte tendinite ad una mano. A conferma dell’egemonia dei piloti del titano il podio assoluto è stato preso anche da Muccioli-De Marini, su BMW 320. Tutti i primi tre sono appartenenti al terzo raggruppamento, Serpelloni-Petrin (Ford Escort) hanno primeggiato nel secondo raggruppamento, il quarto è andato a Costa-Mularoni (Opel Corsa).
La gara Cross Country, riservata per l’occasione solamente ai “side by side” è stata vinta da Valentino Rocco (Yamaha), passato al comando in epilogo, dopo tre quarti di gara dominati da Elvis Borsoi (Maverick), rallentato pesantemente da problemi alla trasmissione.
CLASSIFICA FINALE (TOP TEN): 1. Andreucci-Briani (Skoda Fabia Evo R5) in 53’55.9; 2. Scandola-Fappani (Hyundai i20 New Generation R5) a 9”3; 3. Campedelli-Rappa (Volkswagen Polo Gti R5) a 44”1; 4. Marchioro-Marchetti (Skoda Fabia R5) a 1’58.7; 5. Oldrati-De Guio (Skoda Fabia Evo R5) a 2’11.0; 6. Novak-Ocvirk (Skoda Fabia R5) a 2’16.8; 7. Trevisani-Faustini (Skoda Fabia R5) a 2’19.3; 8. Tonso-Bonato (Skoda Fabia R5) a 2’21.9;
- Hoelbling-Fiorini (Hyundai i20 New Generation R5) a 2’31.9; 10. Dati-Ciucci (Ford Fiesta R5) a 2’50.4.