“Il problema dell’abuso di alcool, ed in generale il problema delle dipendenze nei giovani è un tema che deve interrogare tutte le Istituzioni” afferma il Direttore Generale Antonio D’Urso “Sono già in atto tavoli dedicati a risolvere specifiche situazioni, ma occorre un luogo stabile per presidiare questo importante argomento che ci riguarda tutti. Come istituzioni. Come comunità. Come genitori”
Solo nell’ultima settimana in provincia di Arezzo sono stati soccorsi cinque persone sotto i vent’anni per abuso di alcool. Nel 2021 i minori soccorsi dai sanitari del 118 per alcool o altri abusi sono stati 62. Al primo ottobre nel 2022 siamo a 54 interventi. Trend in aumento.
Un osservatorio importante per fotografare lo scenario è quello dei Ser.D “dove gli adolescenti e i giovani che arrivano con problemi di intossicazione acuta di alcol sono in continuo aumento” afferma il Responsabile dell’Area delle Dipendenze della ASL Marco Becattini “Nel periodo post pandemia si sono registrati picchi ancora più significativi. Alcuni temi sono prevalenti nei ragazzi: l’oscillazioni dell’autostima, la forte preoccupazione di non essere all’altezza, i vissuti depressivi, un disorientamento rispetto al mondo adulto e alla complessità del compito di individuare un progetto per sé, la difficoltà a costruirsi un’identità adulta, la progressiva sostituzione delle relazioni personali con le relazioni virtuali (anche per il rapporto critico con il proprio corpo), un aumento dell’attrazione anche da parte dei giovanissimi per l’abuso di alcol, di sostanze, per il gioco d’azzardo e il gaming, il rapporto con il denaro, il ricorso alla violenza nella gestione dei conflitti tra pari….”
Tendenza che riflette il dato nazionale.
Dalla relazione del Ministero della Salute (marzo 2022) emerge, infatti, come nel 2019 il consumo abituale di alcol, nella classe di età 18-24 anni era l’1,7%, di cui il 2,3% maschi e l’1% femmine. Nel 2020 il consumo abituale nella stessa classe di età è stato il 2,5%, con valore analogo per maschi e femmine. Una crescita evidente.
Tra i comportamenti a rischio nel consumo di bevande alcoliche tra i giovani il binge drinking rappresenta l’abitudine più diffusa e consolidata (cinque o più bicchieri nella stessa occasione secondo la definizione dell’Istituto Superiore di Sanità)
Nel 2019 il fenomeno del binge drinking riguardava il 16% dei giovani tra i 18 ed i 24 anni di età, di questi il 20,6% erano maschi e l’11% erano femmine.
Nel 2020 il fenomeno ha riguardato il 18,4% dei giovani tra i 18 ed i 24 anni di età, di questi il 22,1% maschi e il 14,3% femmine.
“Dai numeri forniti dall’Agenzia Regionale Toscana di sanità (Studio Edit) – riprende Becattini- si conferma che i giovani di età 14/19 anni, che frequentano gli istituti superiori delle province di Arezzo Siena e Grosseto hanno una vulnerabilità verso il binge drinking maggiore rispetto ai pari età della Toscana e che hanno rispetto ai coetanei regionali un atteggiamento favorevole verso l’alcol”.
Da anni gli operatori dei Servizi Ser.D insieme alla struttura aziendale di Promozione della Salute, in alleanza con il mondo della scuola, dagli uffici scolastici provinciali e a tutto il corpo insegnante, perseguono la formazione dei giovani intorno ai temi delle abilità di vita. In questo modo decine di Istituti dei diversi territori sono teatro di percorsi sulle tematiche della vulnerabilità giovanile verso l’addiction (dipendenza) sia da sostanze che da comportamenti.
A questo tema, proprio riconoscendo negli adolescenti e nei giovani popolazioni particolarmente vulnerabili, sono stati destinati i fondi per il contrasto verso il gioco d’azzardo per popolazioni vulnerabili.
L’Azienda Usl Toscana sud est, quindi, ha previsto 315.500 € per l’educativa di strada delle persone comprese tra i 14 e i 25 anni di età. Nella provincia aretina è inoltre in corso il progetto “Cantieri del gioco e della creatività”, con l’obiettivo di realizzare spazi di aggregazione e di laboratori rivolti agli adolescenti e ai giovani adulti (15-26 anni) dove con l’aiuto di operatori opportunamente formati sul disagio giovanile, di mentori e di “maestri d’arte” esperti in vari ambiti (street art, videomaking, rugby, calcio, musica, cucina, officina per la riparazione dei motorini..) i giovani possano sviluppare competenze di tipo pratico (professionalizzanti e formative) per favorire l’inserimento in contesti formativi/lavorativi e competenze relazionali, psico-sociali ed affettive (le cosiddette life skills) per prevenire l’insorgere di situazioni di rischi/devianza con particolare attenzione al tema del gioco d’azzardo, del gaming e del ritiro sociale”.
“Questi percorsi – conclude il Direttore D’Urso -, devono essere costruiti insieme, da tutte le Istituzioni, dai Comuni, dalle Scuole, per stare in modo compatto a fianco delle famiglie nell’accompagnare, sostenere e orientare la crescita, la vita dei nostri adolescenti e dei nostri giovani. Mettiamo, quindi, subito in campo un tavolo interistituzionale pubblico per affiancare le altre iniziative già in essere e stilare un protocollo d’intesa in cui siano chiari obiettivi e ruoli di tutti gli attori coinvolti”.