Anche la Toscana travolta dalla crisi che colpisce il Kidiliz Group, azienda attiva nel commercio di abbigliamento per bambini e proprietaria dei marchi Absorba, Catimini e Z. Ben 16 i negozi presenti nella regione, e circa 60 tra lavoratori e lavoratrici di svariate province toscane, come Arezzo, Firenze, Grosseto, Pisa e Lucca e non solo.
L’azienda è entrata in Francia in una procedura di amministrazione controllata, e questa procedura poco dopo è stata seguita anche dalla filiale italiana del Gruppo, coinvolgendo i negozi toscani. L’esito della procedura è incerto e ad oggi non ci sono informazioni chiare sul destino dell’azienda e dei dipendenti, in notevole difficoltà perché senza alcuna sicurezza per il futuro della loro famiglia, e senza poter offrire ai clienti un adeguato servizio.
I lavoratori, infatti, come spiega Marco Conficconi, segretario generale della UILTuCS Toscana, sono “costretti a mostrare per la vendita la merce estiva perché non ci sono nuovi arrivi: questo aumenta la situazione di incertezza, per la quale non abbiamo risposte!”.
Conficconi, a questo proposito, incalza: “La tensione è alta, basta entrare nei negozi per capire che qualcosa non va: alle domande continue dei clienti, i lavoratori non riescono a dare risposta perché non ne hanno, l’azienda non ne dà!”. Per questo, “pretendiamo risposte in tempi brevi. Se non ne avremo – aggiunge Conficconi – avvieremo un percorso di lotta, ci muoveremo su ogni fronte. Non possiamo far sostenere ai lavoratori una situazione così grave”.
Ma come si è arrivati a questa situazione? Passando nel 2018 alla proprietà del gruppo cinese Semir, Kidiliz avrebbe dovuto avviare una stagione di rilancio e invece dopo un rapido peggioramento, la situazione è precipitata nel giro di poche settimane. Già ora la continuità operativa dell’azienda è in dubbio, mentre le lavoratrici si vedono sospesa parte delle retribuzioni e degli istituti contrattuali.
“E’ quindi quanto mai urgente e necessario – conclude la UILTuCS Toscana – portare all’attenzione delle istituzioni la pesante condizione in cui versano Kidiliz Group Italy e i suoi dipendenti e sollecitarle ad attivarsi tempestivamente, prima che le conseguenze della procedura in corso si tramutino in licenziamenti collettivi”.