Tanti i momenti interessanti e gli illustri ospiti che hanno approfondito il tema “Raccontare la Terra”. Premiati Pietro Clemente, Tommaso Giartosio, Fabio Volo e i vincitori del concorso “L’albero delle ciliegie. Una storia tira l’altra”
È terminata domenica, dopo tre giorni intensi e ricchi di momenti interessanti, l’edizione 2024 del Festival dell’Autobiografia che si è svolta ad Anghiari (provincia di Arezzo) con l’organizzazione della Libera Università dell’Autobiografia, grazie al patrocinio del Comune di Anghiari e al contributo degli sponsor (Banca di Anghiari e Stia, Busatti, Centro Commerciale Naturale).
Tanti e di assoluto interesse gli incontri che hanno contraddistinto il fine settimana, tutti caratterizzati da un numeroso pubblico presente. Una bellissima edizione incentrata sul “Raccontare la Terra. Acque, terre e cieli”, tema che è stato affrontato grazie alle esperienze degli illustri ospiti intervenuti e sotto diverse prospettive.
Tommaso Giartosio, finalista al Premio Strega con “Autobiogrammatica”, al termine del dialogo con il direttore del Festival Roberto Scanarotti ha ricevuto il Premio “Città dell’Autobiografia”, mentre il Premio “Centro Nazionale Ricerche e studi autobiografici” è andato all’antropologo Pietro Clemente, presidente della Società Italiana per la Museografia e i Beni Demoantropologici e delle Iniziative Demo-etno-antropologiche e di Storia Orale in Toscana.
Tra i protagonisti di questa edizione del Festival anche il critico letterario e scrittore Piero Dorfles, l’alberologo Tiziano Fratus e Fabio Volo, poliedrico autore che con i suoi libri tradotti in tutto il mondo ha fatto avvicinare alla lettura e all’interesse per le storie di vita persone di ogni età e di ogni dove. In un teatro gremito ha ricevuto il premio speciale “Amico della LUA”.
Di grande interesse anche i due spettacoli che si sono svolti dopo cena al Teatro: “Pettirossi, cervi e lombrichi. Storie e insegnamenti dal regno dei boschi”, serata condotta da Gianumberto Accinelli, con Andrea Mazza, Franco Fratini, Anna Milanesi e Sandro Campani e poi “Da Radici a Racines. Storia di un viaggio a piedi da Manfredonia a Marcoux”, di e con Luigi Rignanese.
I premiati del concorso “L’albero delle ciliegie”
Sabato pomeriggio sul palco del Teatro di Anghiari sono saliti i vincitori della terza edizione del concorso “L’albero delle ciliegie. Una storia tira l’altra”, promosso dalla Libera Università dell’Autobiografia per sostenere e per diffondere la cultura della memoria dei luoghi.
Autori ed autrici dei testi selezionati sono stati premiati dal presidente della giuria Duccio Demetrio, dal coordinatore del concorso Roberto Scanarotti e dalla presidente della LUA Stefania Bolletti.
“Io da bambina abitavo al Carmine” di Loriana Sperindio (Genova), e “Il Badalischio di mio nonno” di Fabrizia Fabbroni (Arezzo) sono i titoli dei racconti vincitori, rispettivamente nelle categorie “Racconti dei luoghi” e “Racconti di storie memorabili di tempi lontani”.
Nella prima sezione del concorso il secondo posto è stato ad appannaggio di Lia Rubechi (Subbiano), con “Fragaiolo raccontato dai nonni”, mentre al terzo posto si è classificato Enea Solinas (Torino), autore del testo “L’arte del dono”.
Sul podio dedicato alle storie memorabili sono invece idealmente saliti Annamaria Pacciarini (Città di Castello) con “Achtung banditen” e Vera Pilloni (Zurigo) con “Da dove veniamo”.
Un riconoscimento speciale è andato a Vando Cioli, autore di “Val d’Orcia contadina” e a Marco Marinuzzi, che ha partecipato al concorso con “Bene finisce bene (Anghiari e Trieste)”.