A fronte di un contributo regionale che ammonta a 13 milioni di euro alle 10 Fondazioni toscane a cui la Regione partecipa come socio o che sostiene, come misurare l’impatto socio culturale sulla comunità?
E’ una delle domande a cui si è cercato di rispondere con il seminario dedicato alle Fondazioni toscane analizzate da due studi presentati nel corso del seminario “Amministrare le fondazioni. Amministrare per fondazioni” che si è svolto stamani in Palazzo Strozzi Sacrati alla presenza della vicepresidente e assessora alla cultura della Regione Toscana.
Con lei e il direttore cultura della Regione, gli autori dei due studi “Amministrare le fondazioni – Amministrare per fondazioni”, realizzato da Scuola IMT Alti Studi di Lucca e dall’ Università di Siena e “Valutazione di impatto economico e socioculturale delle Fondazioni culturali finanziate e/o partecipate dalla Regione Toscana” realizzato da IRPET.
La mattinata è arrivata al termine di un lungo percorso fatto dalla Regione insieme alle 10Fondazioni toscane a cui la Regione partecipa come socio o che sotiene cospicuamente. L’obiettivo, analizzare quelli che sono i modelli organizzativi dettati dalle norme e dalla giurisprudenza e come questi modelli sono stati applicati in concreto nelle Fondazioni che, come ha avuto modo di osservare la vicepresidente della Regione, costituiscono un pilastro fondamentale del sistema cultura che dovrebbero funzionare da traino per il resto di tutto il sistema.
Focus su alcuni dati:
Dieci le Fondazioni toscane esaminate, Fondazione Toscana Spettacolo Onlus, Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, Fondazione Palazzo Strozzi, Fondazione Teatro della Toscana, Fondazione Carnevale di Viareggio, Fondazione Teatro Metastasio di Prato, Fondazione Centro le Arti Contemporanee della Toscana, Fondazione Orchestra Regionale della Toscana, Fondazione Festival Pucciniano, Fondazione Scuola di Musica di Fiesole.
In sintesi estrema, come ha osservato la ricercatrice dell’Irpet autrice dello studio, Sabrina Iommi, uno strumento utile ad approfondire la conoscenza degli effetti che le Fondazioni e le rispettive attività culturali producono in termini economici e socioculturali sul contesto di riferimento. E il loro impatto che è importante ma può essere migliorato.
Gli studi
“Amministrare le fondazioni – Amministrare per fondazioni” – Lo studio realizzato da Scuola IMT Alti Studi di Lucca e dall’ Università di Siena
La ricerca offre una ricostruzione dinamica dei caratteri e dell’attività delle principali fondazioni culturali, istituite o partecipate dalla Regione Toscana. Una prima evidenza, che emerge in modo trasversale nelle diverse parti della ricerca, è che lo sviluppo delle fondazioni di partecipazione tende ancora a mostrare una forte preponderanza della sfera pubblica che non arretra a fronte dell’affidamento mirato di crescenti compiti e responsabilità a soggetti terzi, tendenzialmente privati.
Nella maggior parte dei casi la compagine dei soci fondatori risulta infatti dominata, se non rappresentata totalmente, da soggetti di natura pubblica (Regione, Province e Comuni della Toscana). L’intensità della presenza pubblica nelle diverse fondazioni risulta variabile, oscillando tra un minimo, come nel caso della Fondazione Palazzo Strozzi, a un massimo, come nelle ipotesi della dalla Fondazione Maggio Musicale, data la sua natura “speciale” di fondazione liricosinfonica e della Fondazione Sistema Toscana, dopo la sua trasformazione in un soggetto in house della stessa Regione.
Se si fa eccezione per la Fondazione Palazzo Strozzi, l’apporto dei privati all’operatività delle fondazioni culturali toscane, specie sul piano della dotazione economica, appare estraneamente ridotto, giacché queste ultime sono state finanziate, in maniera del tutto maggioritaria, da risorse regionali o statali. Infine, se si escludono le previsioni di cinque statuti delle undici fondazioni considerate (che consentono a chi aderisce successivamente all’ente, apportandovi un contributo, di nominare un membro nel consiglio di amministrazione) non sembrano previsti efficaci incentivi per spingere i privati a partecipare alla vita delle varie fondazioni.
“Valutazione di impatto economico e socioculturale delle Fondazioni culturali finanziate e/o partecipate dalla Regione Toscana” Lo studio realizzato da IRPET
Prosperità e sostentamento, contesto e resilienza, inclusione e partecipazione, conoscenze e competenze. Sono gli aspetti presi in esame dalla ricerca di IRPET che ha avuto come obiettivo quello di valutare gli impatti economici e socioculturali delle attività delle Fondazioni Culturali partecipate e/o finanziate dalla Regione Toscana nel corso dell’anno 2018.
Il valore complessivo della produzione realizzata dalle Fondazioni culturali finanziate e/o partecipate dalla Regione Toscana è pari a 85MLN di euro. In Toscana l’attivazione economica complessiva imputabile alle fondazioni culturali, grazie sia alla loro attività principale, sia all’indotto turistico generato, è pari a 181MLN di euro di produzione, 116 MLN di Prodotto Interno Lordo. Complessivamente, il peso dell’attività sul PIL regionale è quindi dello 0,1%.
Per quanto riguarda il personale dipendente delle Fondazioni culturali nel corso del 2018, è pari a 582 unità di cui il 33% composto under 35.
Nel corso del 2018, il Sistema delle Fondazioni culturali finanziate e/o partecipate dalla Regione Toscana ha realizzato un totale di circa1,1MLN di ingressi.
Di questi il 26% è stato totalizzato dalla Fondazione Palazzo Strozzi, seguita dalla Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino (18,9%), Fondazione Toscana Spettacolo Onlus (17,2%), Fondazione Teatro della Toscana (12,7%), Fondazione Carnevale di Viareggio (10,09%), Fondazione Teatro Metastasio di Prato (5,2%), Fondazione Centro le Arti Contemporanee della Toscana(4,1%), Fondazione Orchestra Regionale della Toscana (2,7%), Fondazione Festival Pucciniano (2,5%) e Fondazione Scuola di Musica di Fiesole (0,1%).
Considerando il valore della produzione totale (circa 85 MLN di euro) degli ingressi totali generati dall’insieme delle Fondazioni (circa 1,1 MLN), calcolando il peso dei contributi erogati dalla Regione Toscana sul valore della produzione delle Fondazioni (17%), si stima che in assenza di risorse regionali il numero partecipanti si sarebbe ridotto proporzionalmente, riducendo il volume di pubblico di quasi 200.000 unità.