Il tuo udito è peggiorato: hai lavorato o lavori in ambienti rumorosi? Hai male alle braccia, alle gambe, alla schiena: svolgi lavori usuranti? Soffri di forme allergiche: lavori o hai lavorato a contatto con polvere e prodotti chimici o con esposizione prolungata al sole? Sono alcune delle domande presenti nel questionario che Cia Arezzo in collaborazione con Inac Arezzo intende somministrare agli agricoltori della provincia per monitorare il loro stato di salute e individuare in modo tempestivo eventuali patologie causate dall’attività svolta.
“L’operazione parte dalla consapevolezza che la pratica agricola – spiega Aurel Rrapaj, Direttore Provinciale INAC (Istituto nazionale assistenza cittadini) di Arezzo – è un’attività non esente da rischi per la salute dei lavoratori. Anzi! Nonostante l’adozione dei necessari dispositivi e di comportamenti adeguati, è uno dei comparti in cui si registra con maggiore frequenza l’insorgenza di patologie professionali. L’uso degli antiparassitari, l’esposizione alle intemperie, l’assunzione di posture incongrue sono tra le principali cause di danni più o meno gravi, che è bene verificare e valutare”.
Nasce da questa consapevolezza, il monitoraggio dello stato di salute degli agricoltori della provincia.
Il primo passo? E’ la compilazione di un questionario che gli interessati possono compilare direttamente e restituire allegando le documentazioni diagnostiche richieste per certificare le problematiche segnalate.
“L’indagine, che ci permetterà di tracciare un quadro complessivo della situazione, è aperta a tutti i lavoratori agricoli e parte dalla volontà di tutelare il diritto e la valorizzazione della salute, un valore fondamentale e universale, che la nostra organizzazione è da sempre impegnata a difendere”, aggiunge il Direttore Cia Arezzo Massimiliano Dindalini.
In questi giorni la comunicazione arriverà via mail o per posta a tutti gli operatori agricoli della provincia, insieme al questionario che ognuno è tenuto a compilare, se necessario con il supporto degli uffici.
“Nel caso venga riconosciuto un nesso eziologico tra il disturbo evidenziato e il lavoro svolto, gli interessati saranno contattati dal personale Inac/Cia per una visita con il medico legale che collabora con la nostra organizzazione”, conclude Dindalini.