Erano quasi le 16.30 quando le telecamere di sorveglianza installate nei comuni valtiberini hanno segnalato la presenza di una macchina fortemente sospetta.
I carabinieri si sono subito messi sulle sue tracce, fino a quando l’hanno trovata nel territorio di Anghiari, una delle zone che in questi giorni sono state bersagliate dai furti. Quando gli occupanti della Citroen Berlingò grigia si sono accorti di essere seguiti, si sono dati ad una rocambolesca fuga tra le strade di Anghiari, facendo sorpassi pericolosissimi nelle curve a gomito di via Nuova, disposti a rischiare la propria vita e quella degli altri utenti della strada pur di sfuggire ai Carabinieri che li inseguivano.
È stato così, rischiando ed azzardando, che sono riusciti a guadagnare un po’ di terreno sui militari che gli stavano alle costole, fino a quando sono arrivati a Santa Fiora, frazione del Comune di Sansepolcro ma nelle immediate adiacenze di Anghiari. Probabilmente il loro scopo era quello di arrivare ad imboccare la statale E45, dove la mancanza di caselli autostradali rende più semplice le ritirate in molteplici direzioni, ma l’inseguimento dei militari gliel’ha impedito, anche perché nel frattempo sono arrivate da ogni parte tutte le pattuglie dell’Arma disponibili sull’intero territorio: i malviventi, che hanno addirittura speronato un furgone commerciale nell’ennesimo tentativo di seminare i Carabinieri, hanno imboccato la zona industriale, dove tra i capannoni hanno imboccato un sentiero che però terminava con una recinzione.
A quel punto si sono visti costretti ad abbandonare il veicolo, ma non solo. Infatti, tre di loro, tutti maschi, sono riusciti a scavalcare la recinzione dividendosi e addentrandosi tra gli enormi capannoni abbandonati del complesso industriale abbandonato, mentre l’unica donna del gruppo non è riuscita a fuggire, venendo subito arrestata con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale, ricettazione e possesso ingiustificato di materiali da scasso.
Le accuse si fondano sul fatto che la macchina usata per la fuga aveva il portabagagli ricolmo di refurtiva come borse plurimarche, profumi, abbigliamento, diverse taniche di olio d’oliva e tanti attrezzi idonei allo scasso: smerigliatrice angolare, giraviti, tenaglie, dischi per il taglio del ferro, guanti da lavoro e tanti altri attrezzi di cui la donna non ha saputo dare giustificazione. Nella giornata odierna il Giudice di Arezzo valuterà la posizione della donna. Le persone sottoposte ad indagini si presumono innocenti.