La prima interrogazione è stata presentata dal consigliere comunale Michele Menchetti e ha riguardato la direzione del servizio finanziario del Comune di Arezzo: “affidato a interim al segretario generale dopo che il Comune ha rinunciato in maniera incomprensibile alla competenza del precedente dirigente, che in questi anni ha ricoperto e sta ricoprendo incarichi importanti in vari Comuni e in Regione”. L’assessore Giovanna Carlettini ha precisato che in questo momento è la persona interessata a manifestare la volontà di fare esperienze professionali diverse.
Ancora Michele Menchetti ha chiesto se è intenzione della Giunta estendere la soluzione delle zone 30, “attive attualmente a Saione e all’interno delle mura, anche con l’ausilio di dossi e tutor, nella periferia e nelle frazioni contermini, dove permangono tratti di strada pericolosi”.
L’assessore Alessandro Casi ha ricordato che “lavoriamo proprio in questa direzione sicuramente per la città, dove le nuove zone 30 saranno accompagnate da un riassetto stradale e infrastrutturale. Per quanto riguarda zone più lontane dal centro, l’amministrazione comunale deve in genere rapportarsi con l’ente titolare della competenza e dunque condividere eventuali scelte sulla mobilità. Dopo di che, può installare e lo sta già facendo una serie di dissuasori: ad esempio la segnaletica luminosa all’altezza degli attraversamenti pedonali che danno percezione di pericolo e inducono le auto a rallentare, cito a tal proposito Rigurino, e semafori pedonali che si attivano con il pulsante che riteniamo molto più sicuri dei dossi deceleranti e per questo caso cito Ceciliano”.
Donella Mattesini ha ricordato che “l’ultimo rapporto Caritas presenta dati preoccupanti sulla povertà, con incrementi percentuali di donne e famiglie con genitori quarantenni e figli minori conviventi che rientrano oramai tra i ‘nuovi poveri’. I nuclei in difficoltà, oltre che non pagare le bollette o essere costrette a centellinare la spesa alimentare, non possono garantire assistenza agli anziani o la scuola ai figli, con ricadute sociali di estrema gravità. Come intende l’amministrazione comunale affrontare la situazione anche alla luce del depotenziamento delle politiche sociali che il governo sta conducendo”?
Il vicesindaco Lucia Tanti: “nel 2022, le risorse aggiuntive che il Comune ha investito nella coesione sociale corrispondono a 3.100.000 euro, divisi in una varie tranche di sostegno al carovita spalmate tra maggio, luglio e dicembre. Abbiamo sfruttato la finestra aperta dal governo Draghi per aumentare gli assistenti sociali, con 5 nuove professionalità entrate in servizio a fine 2022 e che hanno portato l’ente a raggiungere il rapporto ottimale di 1 assistente ogni 5.000 abitanti. E anche questo è un tema dirimente perché oltre la liquidità dobbiamo sempre ragionare in termini di rete di sostegno. Inoltre, la Fondazione Arezzo Comunità ha rilanciato la formula del micro-credito per quelle persone che non vivono nella povertà estrema ma in una difficoltà consolidata, borderline, e che potrebbero in ogni momento scivolare dal crinale. Il governo Meloni, in realtà, ha già stanziato oltre un miliardo e mezzo per le politiche familiari e sta assumendo un atteggiamento meno assistenziale e più propenso a privilegiare le politiche attive sul lavoro. Sono invece preoccupata per le politiche regionali, che registrano un taglio dei fondi sul dopo di noi e sul diritto allo studio”.
Ancora Donella Mattesini ha chiesto chiarimenti sull’atto di indirizzo con oggetto i caregiver approvato all’unanimità dal Consiglio Comunale, “in particolare se il vicesindaco sta dando seguito agli impegni contenuti nel suo dispositivo incontrandosi e accordandosi con la Asl”.
Il vicesindaco Lucia Tanti: “da quel voto a oggi sono passati due mesi esatti e non ho parlato con la Asl dell’argomento perché abbiamo individuato nella Fondazione Arezzo Comunità lo strumento deputato a gestire le relative iniziative e soluzioni. Il cda si riunisce il prossimo 6 febbraio e conto che a marzo, anche a seguito di questo, la fondazione stessa elabori un percorso progettuale e attuativo”.
Scelgo Arezzo con Marco Donati ha posto all’attenzione dell’assemblea la questione del paventato taglio di alberi in piazza Giotto: “se l’annuncio di un progetto di rigenerazione urbana può essere considerato una buona notizia, lo è molto meno l’abbattimento di oltre 20 alberi come corollario del progetto stesso. Ci sembra che un intervento di questo tipo sia particolarmente impattante da un punto di vista ambientale e ci chiediamo se ce ne sia una reale necessità. Il ‘capitale verde’ di una città va salvaguardato, anche per motivi di coerenza. Ricordiamo che Arezzo è firmataria del Green City Accord e ci domandiamo se a quel documento, che poggia le basi su ragioni valide, l’amministrazione comunale intenda dare gambe e solidità”.
L’assessore Alessandro Casi ha ricordato che “stiamo parlando di un disegno di fattibilità, una bozza ampia ma pur sempre un primo livello progettuale. In realtà l’idea è estendere l’area verde della piazza e creare ulteriori spazi di socialità e di connessione con il parco. Registriamo inoltre che nel tratto stradale adiacente, ci sono stati negli anni varie piantumazioni che hanno compromesso la sua linearità: abbiamo dunque intenzione di vedere quali alberi mantenere e quali sostituire proprio per ridare una linea di coerenza ma senza creare criticità ambientali”.
Valentina Sileno, dopo avere ricordato le recenti rapine ai danni di imprenditori aretini e i casi di cronaca aventi a oggetto liti notturne, ha chiesto “quante sono nel territorio comunale le telecamere realmente funzionanti e quelle spente”.
Luciano Ralli: “il 23 gennaio ho ricevuto una mail, come gli altri consiglieri comunali, con allegata una lettera anonima pervenuta al Comune di Arezzo. Non voglio dare pubblicità ai suoi contenuti ma tutti avranno notato che tra i destinatari della stessa è compresa la procura. È stato verificato se quest’ultima l’ha ricevuta? Altrimenti dovrebbe provvedere il Comune stesso”.
Il presidente del Consiglio Comunale Luca Stella ha ricordato che le lettere anonime che giungono al Comune sono riaccolte in uno specifico elenco e inoltrate tutte alla procura della Repubblica. Per quella oggetto dell’interrogazione è stato già provveduto in tal senso.
Valentina Vaccari: “abbiamo appreso che all’interno della Fondazione Arezzo Comunità operano 5 figure professionali, un presidente, un vicepresidente, un comitato tecnico-scientifico e un revisore dei conti. Quante risorse sono loro destinate? Quante risorse è riuscita ad attrarre la fondazione nel suo primo anno di attività? Come viene valorizzata, in merito a questo nuovo soggetto giuridico, la funzione di indirizzo del Consiglio Comunale? La domanda di fondo è se c’era bisogno di una fondazione, se essa va incontro alle esigenze dei cittadini e del terzo settore, per tutto quanto leggiamo dal report della attività svolte. Cosa significa ad esempio brand-identity oppure avere creato uno sportello di ascolto dei profughi ucraini quando Arezzo era sprovvista di mediatori linguistici finché non ha provveduto in tal senso Oxfam? Leggiamo inoltre che è stata potenziata l’attività di doposcuola a Saione: ci risulta che il servizio sia gestito con un solo operatore per 35 bambini nel segmento di età 6-11 e che lo stesso sia dunque insufficiente seppur gratuito. Si parla di affido culturale per portare i più piccoli a contatto con esperienze quali teatri o librerie e che coinvolge 24 bambini con 8 uscite di gruppo. Perché solo 24 e sulla base di quali criteri vengono scelti? Altre attività ci sembrano presentate in maniera generica come il corso di sensibilizzazione alla lingua dei segni o l’accordo sul micro-credito: come saranno recuperati i prestiti laddove i beneficiari non siano in grado di restituirli? E ancora: la Città del Natale sarebbe più sicura e inclusiva con due postazioni di pubblica assistenza. Ma anche in questo caso dove sarebbe la novità visto che certe misure e standard di sicurezza sono obbligatorie in occasione di certe manifestazioni”?
Il vicesindaco Lucia Tanti: “le domande sono tante e per quelle più specifiche risponderò in forma scritta ma posso già anticipare alcune considerazioni. Ho riflettuto molto sull’avversione che a più riprese l’opposizione manifesta verso la fondazione. Quando a fine 2011, l’allora sindaco Fanfani perorò la creazione di uno strumento analogo lo giustificò con ragioni di risparmio di risorse e ancora la storia non ci aveva ‘fatto dono’ di Covid e guerra. Noi abbiamo attuato questa previsione, fondandola tuttavia non su una filosofia del risparmio ma su una filosofia del potenziamento. A conclusione del primo anno di vita siamo stati capaci di attrarre risorse?
Sì e non per la vita propria della fondazione ma restituendole alla comunità, ad esempio con la realizzazione di un’aula scolastica insonorizzata, con il micro-credito, senza lo stimolo della fondazione non sarebbe infatti partito questo percorso che permette di beneficare di risorse private, con la formazione di donne tuttora escluse dall’alfabetizzazione informatica. Detto per inciso, quando parlo di intercettazione di risorse non mi limito a quelle private ma stessa importanza rivestono quelle pubbliche che possiamo reperire con la partecipazione a bandi e avvisi. Per quanto riguarda i collaboratori attuali, la fondazione ab initio era stata dotata di 148.000 euro per le sue attività istituzionali, il cui svolgimento richiede ovviamente professionalità adeguate. Ebbene, il costo di quei collaboratori è coperto perfettamente con quanto avevamo previsto e destinato. Non mancheremo di coinvolgere il Consiglio Comunale, con modalità dettate anche dai tempi di approvazione dagli atti formali come rendiconti e consuntivi”.
Alessandro Caneschi ha ricordato che è andata deserta anche la recente asta per la ex Fontemura e che il Pd con un atto di indirizzo aveva chiesto che vi partecipasse il Comune. “A marzo ce ne sarà una nuova con una base a questo punto ribassata a 110-115.000 euro. C’è intenzione di presentare in questa sede un’offerta?”
Donato Caporali ha chiesto se per la multisala Eden ci siano novità e spiragli positivi: “il 20 dicembre il sindaco ha risposto a una nostra interrogazione scrivendo che il Comune avrebbe sostenuto la raccolta fondi promossa per la sopravvivenza della struttura. Le difficoltà del cinema sono note, la scorsa settimana c’è stato un nuovo appello del’attuale gestore. Cosa sta facendo in merito l’amministrazione comunale? La Fondazione Guido d’Arezzo potrebbe proporsi come partner”?
Ancora Donato Caporali ha chiesto chiarimenti sulla novità del porta a porta come modalità di raccolta dei rifiuti: “le modifiche intervenute per alcune zone del territorio comunale riguardano il numero dei passaggi dei mezzi di Sei Toscana, con cadenze poco razionali, la sostituzione con il mastello per i rifiuti organici dei bidoncini utilizzabili con una chiave, i bidoni a campana più grandi ma in numero minore in luogo dei bidoncini per il vetro. In alcuni giorni, seppur calendarizzati, la raccolta non è stata effettuata mentre cresce il numero dei conferimenti errati. La raccolta differenziata aumenterebbe grazie al porta a porta ma solo se questo è effettivamente condiviso con i cittadini e se questi ultimi vengono dettagliatamente informati. Chiediamo di rendere sperimentale il nuovo servizio per 3 mesi e poi riorganizzarlo dopo un percorso partecipativo”.
Donato Caporali ha poi chiesto chiarimenti sul ponte alla Chiassa Superiore “il cui rifacimento è diventato una vera e propria emergenza. Negli anni è stata paventata l’ipotesi del passaggio di competenze dalla Provincia al Comune sulla strada della Catona. È già in essere questo trasferimento? Ed è stato accompagnato dalle corrispondenti risorse? Se viene dato seguito al progetto di restauro del ponte attuale, la frazione sarebbe tagliata in due e questo dev’essere evitato. In quale anno ne è prevista la realizzazione”?
L’assessore Alessandro Casi: “nel momento in cui interverremo sul ponte dovremo prevedere un collegamento alternativo, sia per ragioni di viabilità, sia di percorrenza dei mezzi pubblici, sia per non incidere negativamente sulla socialità del paese. Abbiamo già approvato la fattibilità di massima e stiamo lavorando al progetto definitivo. I costi nel frattempo stanno aumentando”.
Valentina Vaccari è tornata sul mercato delle Logge del Grano: “era dal 2017 che gli operatori lamentavano costi eccessivi dopo di che dal 2 gennaio scorso 70 aziende hanno purtroppo deciso per la chiusura. Di questo epilogo è responsabile l’amministrazione comunale che ha mostrato insensibilità dinanzi ai progetti avanzati dalla rete dei produttori. Perché è stata osteggiata un’esperienza dal grande valore sociale e occupazionale? Quale destinazione sarà data all’immobile e quale sede alternativa sarà eventualmente proposta per il mercato”?
Per le interrogazioni alle quali non è stato replicato in Consiglio Comunale è stata annunciata risposta scritta.