Nulla vieta di strizzare l’occhio all’on line, ma attenzione alle truffe, ricordandovi che la soluzione potrebbe essere “sotto casa”, affidandovi alla professionalità e presenza fisica di un intermediario professionista e che le vendite via web non sono sinonimo di convenienza. La convenienza va misurata e confrontata e non lasciata al pregiudizio che l’on line significa prezzo più basso
Continuano a salire alla cronaca le truffe assicurative ai danni di ignari clienti attraverso l’utilizzo di siti irregolari.
Sono, infatti, più di 1000 i siti truffa, che vendevano polizze RCAuto false, segnalati dall’Autorità di controllo del settore assicurativo (IVASS) negli ultimi dieci anni e di questi oltre 160 solo nell’anno 2022 e sono già oltre 140 quelli da inizio anno, a dimostrazione delle dimensioni rilevanti di un mercato illegale in preoccupante crescita che corre sul web.
Un fenomeno dai connotati emergenziali, in continua ascesa, con un giro d’affari milionario, che coinvolge l’intero comparto dei servizi assicurativi e finanziari, ma che viene perpetrato in misura significativa nell’ambito della RCAuto e rispetto il quale preme ricordare la sua obbligatorietà per la circolazione dei veicoli e le pesanti conseguenze anche pecuniarie per la sua evasione, con sanzioni che vanno, attualmente, da 866 a 3.464 euro, oltre al sequestro del veicolo e in caso di recidiva nell’arco di due anni la possibile sospensione della patente.
Ma a fare tremare gli automobilisti e i proprietari di veicoli, incentivandoli ad alzare la loro soglia di attenzione, dovrebbe essere prima di tutto l’assenza, in questi casi truffa, della copertura assicurativa con la responsabilità dei danni causati a terzi che ricadrebbe sulle loro spalle, con conseguenze economiche potenzialmente elevate da compromettere persino la loro stabilità economica e familiare.
Di fronte l’ampiezza e la penetrazione di queste pratiche illegali, che si caratterizzano per l’astuzia creativa dei truffatori e il coinvolgimento in un business illegale milionario della malavita organizzata, l’Autorità di Vigilanza (Ivass) interviene con una nuova iniziativa finalizzata a contrastare le frodi online e a tutelare i consumatori.
Ma di cosa si tratta l’ultima mossa di Ivass nel tentativo di contrastare queste frodi a tutela dei consumatori e del mercato in generale?
Impegnata in una costante attività di monitoraggio, di promozione di campagne informative e di interventi mirati nella sua qualità di Autority di vigilanza in stretta collaborazione anche con le forze di polizia e l’Autorità giudiziaria, l’Ivass ha chiamato la discesa in campo del gigante del web Google.
Infatti, per contrastare le frodi on line sulle assicurazioni sotto forma di falsi inserzionisti e siti irregolari ed aumentare il livello di sicurezza contro le stesse, Ivass e Google hanno messo a punto un programma di verifica, attraverso il quale le entità che desiderano pubblicizzare servizi finanziari regolamentati attraverso i servizi pubblicitari di Google in Italia dovranno dimostrare di essere autorizzate dalle autorità locali competenti.
Inoltre, per poter iniziare la propria attività pubblicitaria, sarà necessario aver completato il programma di verifica degli inserzionisti di Google.
Il processo di pre-certificazione per gli inserzionisti di servizi finanziari attivi è iniziato alla fine di agosto e l’entrata in vigore di questa policy è prevista per il 1 novembre 2023.
In attesa di verificare l’efficacia di questa collaborazione diretta a garantire un ecosistema pubblicitario sicuro, sano e sostenibile e ad elevare gli standard di contrasto alle frodi on line, mosse sempre di più da tattiche in costante evoluzione utilizzate dai malintenzionati, che mettono a rischio il buon funzionamento del mercato, a svantaggio di una leale concorrenza e con pesanti ricadute sulla collettività, questi eventi criminosi ripetuti impongono una riflessione in generale ed alcune importanti raccomandazioni per i consumatori.
Le conseguenze sul sistema sociale ed economico in generale, sulle dinamiche concorrenziale di un settore particolarmente competitivo e sulle tasche degli italiani sono pesantissime e a rischio sostenibilità in contesto in cui si avverte una forte fragilità.
Impattano fortemente sul bilancio dello Stato, che registra un significativo danno erariale ed inevitabilmente sulle tasche dei cittadini, con la sottrazione di ingenti entrate fiscali dalle casse pubbliche e l’aumento dei “costi sociali”, a causa anche dei costi derivanti dai sinistri di veicoli non assicurati che ricadono sui contribuenti.
Occorre, pertanto, una riflessione che coinvolga tutte le parti in causa ed alcune importanti raccomandazioni per i consumatori.
Innanzitutto, non è più rinviabile, rispetto ad un fenomeno che ha resistito prepotentemente alle azioni messe in campo fino ad oggi, un ulteriore forte e mirato intervento del legislatore, la cui attività in questi anni si è distinta più per l’eccesso burocratico imposto in capo agli intermediari professionisti, destinatari di un impianto regolamentare asfissiante e di difficile interpretazione ed applicabilità, con il rischio di esporli a censurabili comportamenti di natura puramente formale, o peggio ancora di metterli fuori gioco, che per la capacità di risposta alle esigenze di una maggiore alfabetizzazione del mercato per uno sviluppo sostenibile di un settore strategico per la crescita del sistema Paese e la sicurezza delle persone, che necessità in primo luogo di un’evoluzione culturale che disincentivi la politica limitata al prezzo per incoraggiare un concetto ben più ampio di convenienza del servizio assicurativo, considerando la sua natura di “credence service” e il suo ruolo, che si realizzi principalmente attraverso la misurazione della qualità e della professionalità espressa.
Un impianto normativo che presenta al suo interno degli aspetti paradossali, discriminanti e di dubbia efficacia, che merita una riflessione e anche un’autocritica di chi ha in pancia la paternità, al solo fine di accelerare un necessario processo di aggiornamento, auspicabilmente condiviso tra le parti interessate per rimuovere quelle criticità che rischiano di impattare negativamente sul funzionamento del mercato e per promuovere un appropriato grado di protezione del consumatore, la cui realizzazione è uno dei principali compiti ed obiettivi dell’attività del regolatore Ivass.
Altrimenti a perderci, insieme alla professionalità, espressione dell’imprenditorialità degli intermediari professionisti, saranno ancora una volta i consumatori, con la responsabilità delle Istituzioni e dell’intero ecosistema assicurativo, che continueranno ad essere esposti ai maggiori rischi legati ad offerte di basso valore e a fenomeni truffaldini sempre in agguato e ad essere spettatori di un settore che si accontenterà di gestire la loro insoddisfazione anziché accompagnarli verso la loro soddisfazione in un contesto preoccupantemente sempre più fragile e meno inclusivo rispetto al recente passato.
Il perdurare di questa netta incongruenza sistemica, in cui alla scarsa efficacia legislativa e della Giustizia nel contrastare questi episodi criminosi, fa da controaltare un “excess regulation“ nei confronti dei principali attori della distribuzione assicurativa, rischia di fatto di vanificare la lotta di contrasto alle truffe e paradossalmente di incentivarle e di mettere “out of compliance” per il peso degli adempimenti, anche puramente formali ed eccessivamente onerosi, chi dovrebbe essere tutelato e supportato nello svolgimento dell’attività in conformità con disposizioni normative sostenibili.
Pertanto, pur apprezzando l’iniziativa che vede protagonista Ivass con Google, è auspicabile quanto prima un rinnovato intervento legislativo, che ispirandosi al principio di proporzionalità con regole certe e chiare, da una parte semplifichi gli adempienti regolamentari in capo agli intermediari, intervenendo sulla ridondante burocrazia prevista nella gestione con il cliente ed incentivando, a garanzia del consumatore, l’aspetto consulenziale e la professionalità in generale, dall’altra specificatamente alle truffe on line, riducendo il gap tra l’elevato grado di penetrazione e sofisticazione delle stesse e l’attuale livello di efficacia ed efficienza della legislazione e della giustizia nel contrasto al fenomeno.
Nel farlo, a giudizio dello scrivente, è opportuno evitare di continuare ad attuare una politica demagogica dai connotati repressivi e sproporzionati rispetto l’attività dei principali interpreti della distribuzione, come gli agenti di assicurazione, che sono chiamati ad adempimenti assai dispendiosi e in talune occasioni di dubbia utilità, con l’obbligo di una produzione documentale esagerata anche in un’ottica di sostenibilità e con un trattamento regolamentare in generale eccessivamente burocratizzato ed impegnativo rispetto ad altri competitors che inspiegabilmente fanno fatica ad entrare nella lente di ingrandimento dell’Autority, nonostante palesino non di rado comportamenti poco trasparenti e comunque di basso valore aggiunto per i destinatari della loro offerta, che fanno però fatica a percepirlo per la scarsa consapevolezza e conoscenza che caratterizza un’ampia fascia di consumatori in un Paese colpevolmente sottoassicurato e responsabile per lo scarso livello di penetrazione culturale, che non solo frena lo sviluppo di uno strumento essenziale per la salvaguardia della stabilità socio economica individuale e collettiva, ma mantiene un livello della qualità del servizio molto basso e pericolosamente controindicato per rispondere adeguatamente al crescente bisogno di sicurezza.
Non può non prescindere, però, il cambiamento da un intervento che coinvolga l’intero ecosistema assicurativo e finanziario, istituzioni comprese, diretto ad incentivare la cultura assicurativa, con la consapevolezza che non c’è miglior garanzia per il buon funzionamento del mercato e la sua stabilità di un cliente evoluto e consapevole, che nel suo ruolo di consumatore prima di tutto entra nelle vesti di “arbitro” capace di misurare il livello di adeguatezza e correttezza dell’interlocutore.
Ricordiamoci, infatti, che le cause della atavica sottoassicurazione del nostro Paese, della diffusione di fenomeni criminosi legati alle truffe, che pur consumandosi anche nel mondo della distribuzione tradizionale si stanno consolidando soprattutto nelle piazze virtuali, trovano terreno fertile nella scarsa cultura assicurativa, che incoraggia l’attrattiva del prezzo, ma anche nelle carenze legislative e strumentali in capo alla Giustizia che rendono difficoltosa la rintracciabilità fisica e patrimoniale e la punibilità dei soggetti che si nascondono dietro un sito web per commettere truffe ai danni di cittadini incauti.
Pertanto, all’interno di un quadro normativo assai complesso e di difficile sostenibilità con particolare riguardo ad alcune fattispecie di intermediari, nonostante sia ispirato da nobili e condivisibili obiettivi nello spirito, non così efficaci nella sostanza, con il regolatore italiano particolarmente resistente alle pressanti richieste di semplificazione è indubbio che l’attenzione deve focalizzarsi sul contenimento dei potenziali pericoli dell’online, che negli ultimi decenni si è sviluppato più nell’alveo dell’illegalità rispetto al suo reale ed atteso successo in quello dell’intermediazione regolare, a difesa soprattutto di quegli utenti privi di sufficiente educazione finanziaria ovvero informatica.
Di fronte a questa piaga socio economica di proporzioni significative, per garantire un sano funzionamento del mercato a tutela dei consumatori e dei distributori professionisti in un settore che negli ultimi decenni è stato attraversato da profondi cambiamenti proprio per incentivare, con un forte impulso anche a livello normativo, un maggior livello di concorrenzialità all’interno di un perimetro normativo sempre più rigido e definito, è necessario un netto e forte intervento del legislatore teso ad incentivare concretamente la cultura assicurativa, come vero antidoto a questi fenomeni illegali troppo frequenti e strutturati in un settore peraltro iper-regolamentato, ma a quanto pare ancora troppo vulnerabile.
Un’autocritica in merito, pertanto, urge e non dovrebbe risparmiare nessuno e tantomeno il regolatore che in questi anni si è distinto con una produzione regolamentare sovrabbondante e discutibilmente utile, considerando i riscontri sostanziali e nonostante possa essere condivisibile nello spirito.
Rivalutando il ruolo del settore assicurativo anche a livello percettivo tra i consumatori, quest’ultimo con le sue enormi potenzialità riconosciute potrà offrire un contributo significativo ed indispensabile per il rilancio l’economia reale, la tutela degli interessi collettivi e la protezione di imprese e famiglie per affrontare in sicurezza l’epoca definita dell’insicurezza, che non può essere lasciata né al fato né alla speranza di un esclusivo intervento pubblico non possibile né plausibile.
La rivalutazione, anche a livello percettivo, del ruolo dell’assicurazione e della sua industria, la cui incidenza sul Pil è importante e soprattutto nettamente migliorabile uscendo da quel poco invidiabile stato di sottoassicurazione, deve essere condivisa e sostenuta anche dal basso, con la convinzione del valore aggiunto che possono apportare a livello sistemico.
In particolare, l’impresa di assicurazione nella sua duplice veste di soggetto con la sua funzione di assunzione dei rischi, fornendo protezione a famiglie ed imprese e minimizzando gli effetti derivanti da eventi non prevedibili, peraltro sempre più insidiosi in una società particolarmente fragile ed esposta, e di investitore istituzionale canalizzando risorse finanziarie verso investimenti di lungo termine, che coinvolgano anche la transizione verso un’economia sostenibile, è un driver irrinunciabile per rilanciare il sistema Paese e per garantire la sua stabilità, incentivando anche investimenti di utilità pubblica ed interventi inclusivi a garanzie delle fasce più deboli e per ridurre progressivamente il disagio sociale, essendo anche tra i principali acquirenti di titoli di Stato e quindi sostenitore delle politiche sociali ed economiche nostrane.
Per questo è necessario uno sforzo condiviso e strutturato per ridurre le distanza tra consumatori e il modo delle assicurazioni, percepito tuttora imprudentemente con una visione pericolosamente distorta e non più attuale, confidando ancora in un intervento di welfare Statale che non esiste più nella forma che avevamo conosciuto nel passato e con un approccio tipico di un Paese poco alfabetizzato e scarsamente educato alla finanza.
Non possiamo sorvolare il fatto che a livello macroeconomico in una società con profonde disuguaglianze l’economia fatica a far emergere tutto il suo potenziale di crescita e che il contributo del mondo assicurativo può favorire una sostenibilità sociale con una ripartizione più equa delle risorse e l’opportunità di accedere al sistema di istruzione necessaria per ripristinare un clima favorevole allo sviluppo del capitale umano come vero volano dello sviluppo dell’economia.
Basta quanto sopra, guidati dal buonsenso e scevri da atavici e inutili pregiudizi, con uno sguardo avanti e il pensiero alle giovani generazioni, per convincersi con una rinnovata consapevolezza e maturità di quanto sia importante affidarsi e valorizzare il settore assicurativo che deve dimostrarsi sempre efficiente nell’intercettare con efficacia le crescenti e diverse esigenze di sicurezza del mercato ed inviolabile dagli attacchi dell’illegalità in ascesa intorno al business delle polizze.
Pertanto è prioritario sostenere il recupero della fiducia e della credibilità rispetto ad un settore tanto fondamentale per il benessere dei singoli individui e della collettività, quanto poco attraente e percepito con scarsa cognizione, con la responsabilità in primis dei principali attori e delle stesse Istituzioni, incentivando concretamente prima di tutto l’educazione finanziaria, attraverso programmi formativi che coinvolgano i percorsi scolastici, in grado sensibilizzare e promuovere un’adeguata alfabetizzazione e conoscenza, per uno sviluppo sostenibile e salutare, incoraggiando una sana concorrenza, la qualità del servizio reso, contro l’illegalità diffusa ed a vantaggio della professionalità di coloro che devono operare all’interno di un perimetro giuridico molto rigido e al limite della sostenibilità per l’elevato grado di burocratizzazione e la complessità della materia.
Un gap da recuperare in breve tempo in un’ottica di sostenibilità sistemica, che veda impegnati tutti i protagonisti con spirito collaborativo e condiviso, dalle Istituzione ai diversi attori della filiera fino alle Associazioni dei Consumatori, per accorciare le distanze ed aumentare la consapevolezza del ruolo dell’assicurazione in un’epoca in cui la pandemia ha svelato tutta la fragilità e vulnerabilità del sistema che non può non essere governata adeguatamente e con le competenze necessarie.
E in questo contesto le assicurazioni vanno valorizzate e difese da tutti quei fenomeni distorsivi la concorrenza e l’integrità del sistema socio economico, in quanto possono essere protagoniste per garantire quel processo di rinnovamento di lungo termine a cui auspichiamo per uscire da questa profonda e lunga crisi dai connotati sia economici che sociali e psicologici, nella direzione di una maggiore sostenibilità sociale, sia per il loro core business, che come investitori istituzionali.
Un duplice ruolo, rispetto al quale l’impegno politico ed istituzionale non può mostrarsi debole e distratto, per l’elevato e concreto conforto che può provenire dall’industria assicurativa per la ripresa e la salute del nostro Paese, attraversato da una lunga crisi, con una crescita zero che si protrae da anni e in un contesto internazionale assai delicato e sempre più sotto stress per i labili equilibri messi in discussione anche dall’ascesa di pericolosi conflitti geopolitici, senza considerare che viviamo quella che definiamo la società dello stress economy, aggravata in questa fase post pandemica dalle profonde incertezze di natura sanitaria e sociale.
La loro unicità e solidità, confermata anche dagli elevati indici di solvibilità che le caratterizzano, pongono pertanto le Compagnie di assicurazioni italiane tra i principali attori intorno ai quali costruire una ripresa di lungo periodo a sostegno di attività che possono contribuire a ridare slancio e un futuro sostenibile ad un Paese affaticato, riducendo quelle disuguaglianze che questa vulnerabilità sistemica sta amplificando, con il rischio di ripercuotersi con gravi conseguenze e disagi anche sulla stabilità dei singoli cittadini e dell’intera comunità.
Con il venir meno del peso del welfare state e quindi delle “coperture pubbliche, cresce l’insicurezza e sempre di più il pericolo di scivolare nel disagio sociale e di peggiorare la condizione economica e per questo le politiche non possono trascurare sia la diffusione della cultura assicurativa, sia l’attenzione verso le assicurazioni quali partner di primaria importanza per il sistema pubblico per dar vita a un rinnovato welfare integrato che con regole certe e chiare ed una reale e trasparente sinergia tra pubblico e privato concorra efficacemente a garantire benessere ai cittadini e in generale una protezione più inclusiva per le famiglie e le aziende.
L’impegno politico pertanto deve muovere anche nella direzione del contrasto ai fenomeni alteranti la concorrenza ed insidiosi per la sicurezza dei consumatori , incoraggiando e sostenendo l’investimento in formazione e l’alfabetizzazione finanziaria di un Paese sottoassicurato per accrescere la conoscenza di un consumatore, che deve divenire sempre più consapevole ed evoluto per essere il primo vero arbitro nelle proprie scelte.
Altrimenti non esiste impianto normativo, repressivo o meno che sia, che possa arginare questi i fenomeni illegali e contribuire ad elevare le dinamiche evolutive di un settore strategico per la crescita e la sicurezza del sistema Italia.
L’alfabetizzazione del Paese è il primo passo da compiere per rendere più forte e invulnerabile il settore assicurativo e più efficace l’azione di un impianto normativo che deve sicuramente rinnovarsi attivando un serio e concreto processo di semplificazione che, senza pregiudicare gli standard di sicurezza e di salvaguardia degli interessi del mercato nella sua globalità, deve intervenire sull’eccessiva burocrazia che rischia di paralizzare e in ogni caso ingessare l’attività dei “professionisti della distribuzione”, principali garanti della della qualità del servizio assicurativo ed interpreti d’eccellenza per accompagnare nel tempo i clienti per la realizzazione dei loro obiettivi di sicurezza e di risparmio.
Lasciando al lavoro del legislatore e di tutti i principali interpreti del mondo assicurativo la responsabilità di effettuare interventi efficaci in risposta al proliferare di questi fenomeni illegali e alteranti il mercato, raccomandiamo ai consumatori la massima prudenza nella scelta dei propri interlocutori assicurativi, evitando di rincorrere ciecamente il prezzo per favorire un approccio che privilegi la relazione di qualità e l’aspetto consulenziale, ricordando come gli agenti e i broker, tra i principali protagonisti qualificati nel mercato assicurativo per intercettare e soddisfare i bisogni assicurativi delle persone e delle imprese, possano con la loro professionalità e presenza fisica rispondere adeguatamente alle esigenze di sicurezza all’interno di un contesto operativo delimitato da norme molto stringenti a tutela del consumatore, che impongono regole comportamentali nette e fondanti sulla diligenza, l’onestà, la professionalità, la correttezza e la trasparenza nel miglior interesse dei contraenti e degli assicurati e in modo da non recare pregiudizio agli stessi e in assenza delle quali nello sviluppo della relazione bisogna alzare il livello di attenzione con il consiglio di cambiare interlocutore.
Raccomandiamo invece per i consumatori on line che decidessero all’interno di un mercato multicanale di attivarsi attraverso il web, di mettere in atto comportamenti di acquisto prudenti con l’avvertenza di verificare preventivamente che nei profili Facebook o di altri social e nei siti internet degli intermediari italiani che svolgono attività online sia indicato:
- l’indirizzo della sede nonché il numero di telefono, fax e indirizzo pec ovvero posta certificata, dati identificativi intermediario;
- numero e data di iscrizione al Registro Unico degli intermediari assicurativi e riassicurativi
- l’indicazione che l’intermediario è soggetto ai controlli dell’Ivass.
E’ opportuno diffidare se:
- vengono richiesti metodi di pagamento non tracciati quali ricarica di carte prepagate o servizi di trasferimento di denaro che non garantiscono la sicurezza del pagante, ricordando che l’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni sottolinea infine che i pagamenti di premi effettuati a favore di carte prepagate o carte di credito ricaricabili come Postepay sono irregolari così i pagamenti che vengono fatti verso persone o società che non sono iscritte nel RUI (Registro Unico degli Intermediari assicurativi e riassicurativi consultabile sul sito istituzionale dell’IVASS all’indirizzo www.ivass.it).
Sperando che lo sviluppo della cultura assicurativa possa garantire un approccio al mercato più qualificato e meno orientato esclusivamente e pericolosamente al prezzo, ricordando che la vostra sicurezza non ha prezzo e non può essere ciecamente svenduta, un altro aspetto da considerare e che potrebbe segnalare il rischio di una truffa è un offerta particolarmente attraente per la sua convenienza dal punto di vista del prezzo che, anziché distrarci e ingolosirci, dovrebbe disincentivare l’acquisto immediato.
A questo proposito e per concludere questo argomento su cui torneremo, sperando con dati più tranquillizzanti ed edificanti, come raccomanda Ivass nella sua GUIDA “Difendiamoci dalle truffe” pubblicata sul suo sito istituzionale www.ivass.it, per prevenire le truffe e proteggersi dai truffatori è bene stare alla larga dai prezzi estremante convenienti rispetto a quello offerto dagli latri operatori qualificati e magari sotto casa in grado di offrire onestamente livelli di professionalità e di sicurezza di alta qualità.
Consigliando l’approfondimento della Guida Ivass sopraindicata in cui è stilato un decalogo per prevenire le truffe on line e consultabile attraverso il sito istituzionale www.ivass.it non possiamo non essere d’accordo e per questo suggerirvi la massima attenzione , invitandovi a praticare l’esercizio del dubbio con la massima prudenza di fronte ad un prezzo che particolarmente attraente potrebbe essere troppo bello per essere vero.
Buon viaggio che sia nel mondo reale che in quello virtuale, con il consiglio di scegliere chi ci mette la faccia con l’avvertenza di accertarsi che vengano regolarmente consegnate ed illustrate preventivamente le informative precontrattuali previste per legge, tra cui quelle che espongono le regole comportamentali e le informazioni dell’intermediario con il quale siete entrati in contatto.
La forma è sostanza e a maggior ragione quando rappresenta un obbligo comportamentale.