“Dopo il passaggio di gestione dei siti museali statali aretini da Munus alla Fondazione Arezzo InTour, abbiamo letto grandi titoli sui media locali e una forte componente autocelebrativa del Sindaco che definisce l’operazione come ‘il vero progetto culturale aretino del terzo millennio’.
A nostro avviso l’operazione può essere un buon punto di partenza ma vogliamo riportare alla vita reale quest’amministrazione: noi preferiamo prima i fatti e poi le parole.
Nella home page del sito web della Fondazione Arezzo Intour sono riportate le condizioni di vendita dei biglietti per il circuito museale statale di Arezzo e, tra le novità, si legge dell’aumento della prenotazione da 2 a 3 euro, quale diritto di prenotazione che viene applicato a ogni classe di prezzo ove la prenotazione sia obbligatoria e/o facoltativa. Ci chiediamo quale sia la ratio di questo aumento visto che, da quanto si evince, tale prenotazione è obbligatoria soprattutto per la Basilica di San Francesco. Il diritto di prenotazione si paga anche se si prenotano online dei biglietti a ingresso gratuito e ve ne sono molti tipi, a partire dagli studenti, guide turistiche, etc.
Non è stata nemmeno risolta la problematica della chiusura della cappella nel giorno di mercoledì, situazione molto criticata dagli stessi amministratori, soprattutto in alta stagione turistica.
Ma andiamo oltre: se non bastasse, la basilica di San Francesco rimane a pagamento, come lo è stata dal 2013. Vogliamo ricordare al Sindaco le sue innumerevoli prese di posizione quando la chiesa fu chiusa alle visite gratuite con accesso solo a pagamento. La Fondazione intende risolvere questa situazione?
Peraltro noi avevamo presentato già nel 2015 delle interrogazioni sullo stesso argomento, descrivendo minuziosamente tutto e riportando che la allora Direzione Regionale dei Beni Culturali aveva dovuto emettere un decreto apposito per far sì che il gestore potesse esigere l’ingresso a pagamento anche per la Basilica.
Caro Sindaco, memoria corta oppure scelta voluta per far fronte ai costi di gestione non propriamente analizzati prima dell’accordo?
E pensare che anche il documento della CEI (Conferenza Episcopale Italiana) sostiene che ‘L’adozione di un biglietto d’ingresso a pagamento è ammissibile soltanto per la visita turistica di parti del complesso’ ovvero cripta, tesoro, battistero autonomo, campanile, chiostro, singola cappella, per fare alcuni esempi.
Ci permettiamo di fare un accorato appello a Lei, alla Fondazione e al nuovo Vescovo che, auspichiamo, vorrà certamente trattare la questione. D’altronde i francescani costruirono la
Basilica per il bene comune dei cittadini, e non per far lucrare pochi. La parola latina stessa ‘ecclesia’ ci riporta al significato originario e cioè riunione dei fedeli, luogo di culto.
Tutto questo per ribadire che, come abbiamo fatto fino ad oggi, vogliamo intervenire e fare proposte per sviluppare il tessuto economico della città, in quanto è evidente che più la città riesce a crescere e migliorarsi e più i suoi cittadini possono beneficiarne”.