di Stefano Pezzola
L’ipotesi che la paralisi di Bell sia una possibile reazione avversa da vaccino anti COVID-19 a mRNA ha trovato sostegno già dall’agosto 2021 dal caso di un paziente di 61 anni che ha avuto una paralisi facciale sinistra dopo poche ore dalla prima somministrazione di vaccino anti COVID-19 di Pfizer-Biontech e una paralisi facciale destra due giorni dopo la seconda dose.
Il secondo episodio è stato più grave del primo, anche se con il tempo il paziente ha ripreso la normale funzionalità facciale.
https://casereports.bmj.com/lookup/doi/10.1136/bcr-2021-243829
Si definisce paralisi di Bell, o paralisi periferica idiopatica del nervo facciale, una paralisi o ipostenia monolaterale dei muscoli facciali.
L’incidenza stimata dal produttore all’inizio della sperimentazione era circa 53 casi su 100.000 persone per anno.
Il paziente sviluppa rapidamente debolezza o paralisi dei muscoli di un lato del viso.
I sintomi hanno un picco nella prima settimana e si risolvono gradualmente in un periodo compreso tra tre settimane e tre mesi.
La paralisi di Bell è più comune in pazienti diabetici e nelle donne nel terzo trimestre di gravidanza e, sebbene possa interessare persone di ogni fascia di età, il picco di incidenza è intorno ai 40 anni.
Pur essendo considerata idiopatica è stata messa in relazione con infezioni virali.
Come causa della paralisi facciale – negli ultimi mesi – è stata evidenziata la somministrazione delle vaccinazioni mRNA.
La finestra temporale ritenuta valida per stabilire un rapporto di causalità è di otto settimane dall’inoculazione della dose.
Da uno studio condotto nella Banca Dati USA VAERS è riportato che il 40% delle segnalazioni di Paralisi di Bell post-vacciniche sono insorte nei primi 3/5 giorni ed il 77% entro un mese dalla vaccinazione con vaccini mRNA.
Quello che meraviglia è che questa patologia non appare mai citata nei report di sorveglianza delle sospette reazioni avverse alla vaccinazione pubblicata da AIFA.
Anche la vaccinazione contro il meningococco, contro il papillomavirus (HPV) e contro l’epatite B possono determinare questa patologia.