Pur lavorando “in nero”, intascava il reddito di cittadinanza. E’ quanto hanno scoperto i Finanzieri della Tenenza di Sansepolcro.
Tutto trae origine dall’attività di controllo economico del territorio, nel corso della quale le Fiamme Gialle biturgensi hanno acquisito notizie in ordine alla presenza di un soggetto, privato non imprenditore, che commercializzava articoli di gioielleria su tutto il territorio nazionale.
Gli approfondimenti, svolti anche con servizi di appostamenti e pedinamenti, portavano a richiedere all’Autorità Giudiziaria aretina un provvedimento di accesso ai fini fiscali, nei confronti dell’imprenditore, che risultava, di fatto, privo di occupazione.
Quest’ultimo, infatti, per sfuggire al Fisco, svolgeva l’attività imprenditoriale con un’autovettura non di proprietà e, allo stesso tempo, aveva trasferito, solo fittiziamente, la propria residenza presso un altro domicilio, così da sottrarsi ad eventuali controlli fiscali e, come scoperto in stretta sinergia e con uno scambio informativo con l’INPS competente, per poter richiedere il contributo del “reddito di cittadinanza”.
I Finanzieri, tuttavia, hanno smascherato le strategie evasive. Nel corso delle operazioni di accesso sono stati rinvenuti articoli di gioielleria per circa 15 kg, nonché un registro di contabilità e vari manoscritti, riferibili all’attività svolta al nero.
Il servizio si è concluso con la segnalazione dell’imprenditore per aver indebitamente percepito il reddito di cittadinanza per oltre 10 mila euro, per gli anni 2019 e 2020, con la ricostruzione di redditi non dichiarati per circa 150 mila euro e con la denuncia all’Autorità Giudiziaria per i reati di riciclaggio e ricettazione, atteso che il commerciante non è stato in grado di fornire idonee giustificazioni sulla provenienza del metallo prezioso.
Il soggetto è stato segnalato all’INPS per il recupero del beneficio economico finora percepito.
L’operazione testimonia l’importanza dell’approccio multidisciplinare e trasversale dell’attività istituzionale del Corpo, tesa a contrastare non solo l’evasione fiscale, ma anche i comportamenti fraudolenti di chi, attraverso l’illecito accesso a benefici assistenziali, non solo genera un danno immediato per la casse pubbliche, ma drena risorse che potrebbero essere impiegate per altre finalità ed utilità sociali, in favore di persone che ne hanno effettivamente diritto e necessità.