I Carabinieri della Compagnia di Sansepolcro, durante la quotidiana attività volta a contrastare la criminalità, hanno fermato e denunciato altri 2 soggetti che stavano per compiere l’ormai famosa truffa dei finti Carabinieri.
Questa volta addirittura i militari di via del Prucino sono riusciti ad anticipare le mosse dei truffatori, due uomini provenienti dal meridione della penisola che viaggiavano a bordo di un’utilitaria. Dai loro telefoni sono emerse chat di whatsapp contenenti informazioni precise su dove andare e chi contattare per ritirare la “cauzione”, un trucco che purtroppo sfrutta la falsa credenza diffusa dalla cinematografia americana.
La storia si ripete quasi sempre alla stessa maniera, talvolta con poche variabili. La vittima viene solitamente contattata al telefono da una persona che si finge un appartenente all’Arma del posto, comunicando di avere arrestato il figlio che ha provocato un grave incidente stradale. Tuttavia gli offre una via d’uscita molto rapida: può essere messo in libertà grazie al pagamento della cauzione, ignaro del fatto che nel sistema penale italiano questo è assolutamente impossibile. Così l’ignaro anziano (solitamente sono i più colpiti), preso dal panico raccoglie tutto il denaro ed i gioielli che ha in casa ed aspetta che venga un compare del finto Carabiniere per consegnarglieli e liberare il congiunto.
Stavolta però è andata male ed all’appuntamento si sono presentati i Carabinieri veri. Appena bussato alla porta, l’anziano ultraottantenne biturgense, in lacrime, ha aperto allungando subito denaro e gioielli, così confermando che l’ipotesi investigativa era corretta, ma era subito rassicurato dagli operanti.
Sarà ora compito dei Carabinieri (quelli veri) identificare il terzo soggetto che ha avviato la telefonata raggirando l’anziano, mentre i due fermati dovranno rispondere davanti ai magistrati aretini del tentativo di truffa in concorso.