La Fondazione Piero della Francesca si arricchisce di un nome prestigioso. Gabriele Finaldi, Direttore della National Gallery di Londra dal 2015, apprezzato storico dell’arte, museologo e curatore d’arte britannico di chiare origini italiane è stato nominato di recente membro effettivo del Comitato Scientifico dell’organismo.
La proposta della Presidente della Fondazione, Francesca Chieli, è stata pienamente recepita dai membri del cda. La Fondazione del resto sin dalla sua nascita vanta una prestigiosa storia scientifica alle spalle e nel Comitato, coordinato da Antonio Paolucci, già Direttore dei Musei Vaticani, figurano i grandi nomi della Storia dell’Arte, tra i quali Salvatore Settis, Carlo Bertelli e Marisa Dalai Emiliani. Di elevato livello anche gli esperti nel settore museale e della conservazione, come Giorgio Bonsanti, Davide Gasparotto, Stefano Casciu e Cecilia Frosinini. Una rosa di studiosi che si impreziosisce ora di un nuovo e prestigioso nominativo, proprio all’indomani dell’acceso dibattito sul restauro della Natività di Piero operato dall’istituto inglese.
“Un percorso necessario” dichiara la Presidente Francesca Chieli “perché molto del patrimonio pierfrancescano è esule in terra straniera da più di due secoli, e questo ‘pellegrinaggio antiquario’, che ha segnato profondamente la storia artistica del territorio nazionale, deve essere oggi motivo di dialogo, confronto e serena riflessione. Una relazione più stretta tra esperti e responsabili dei musei che nel mondo ospitano le opere di Piero della Francesca può avere risvolti straordinari sia sul piano delle ricerche storiche che delle scelte operative”.
“L’ingresso di Gabriele Finaldi nel Comitato Scientifico” commenta l’assessore alla cultura di Sansepolcro, Francesca Mercati “va salutato con enorme piacere. Perché segna con decisione il percorso legato al rilancio della Fondazione che come amministrazione comunale abbiamo intrapreso sin dal nostro insediamento e che ha già riguardato la nomina di Francesca Chieli in qualità di Presidente. E perché permette alla stessa Fondazione di avere un carattere di internazionalità, fondamentale nello sviluppo di iniziative future che abbiano ricadute globali”.