Con una nota il Sindaco Alessandro Ghinelli replica alle parole di Matteo Renzi di questa mattina che chiedeva le scuse del sindaco Ghinelli sulla vicenda della famiglia Boschi:
“Se proprio vogliamo parlare di dignità trovo piuttosto surreale che questa parola venga usata da chi giurò, davanti a tutti gli italiani, che se avesse perso il referendum si sarebbe ritirato dalla scena politica e oggi ancora, seppur rappresentante di una realtà politica quasi trascurabile, si aggira per le città della Toscana contando sulla smemoratezza di alcuni.
Tant’è, ai “bugiardi seriali” l’Italia è avvezza da tempo, ma il tema che il senatore Renzi ha toccato in questa città è troppo delicato per doverlo archiviare in una battuta perché ancora quella ferita, di cui lui è responsabile politico, è apertissima e dolorante per tutti gli aretini. Avrebbe dovuto avere il buon senso e finanche il buon gusto di fermarsi in Valdarno.
Ma visto che è venuto ad Arezzo e ha ritenuto di parlare addirittura di Banca Etruria, da sindaco non posso che dare il benvenuto al senatore Renzi nella città di Arezzo. A dir la verità lo avrei accolto più volentieri quando da presidente del Consiglio ha affossato la banca del territorio, un trattamento riservato solo a questa città visto che su altre banche si sono avuti ben altri impegni e ben altri risultati. Di venire ad Arezzo in quegli anni gli mancò il coraggio e umanamente lo capisco perché in parole povere Banca Etruria è sopravvissuta a due guerre mondiali, ma non al suo governo.
Quanto alla vicenda giudiziaria della famiglia Boschi, è verissimo che pochi giorni fa il padre ha avuto l’archiviazione in uno dei vari filoni di indagine, e da garantista non a fasi alterne sono contento per lui. E’ pur vero che restano invece in piedi altre accuse che dovrà verificare la magistratura e sulle quali non intendo intervenire e non ho mai inteso intervenire.
Io invece intesi e intendo intervenire oggi su questioni non giudiziarie, ma politiche. Renzi ha politicamente assassinato Banca Etruria, Banca d’Italia multò Pierluigi Boschi per la mala gestione di Banca Etruria, quindi a prescindere dagli eventuali reati è assodato che è stato un “cattivo” gestore degli interessi legittimi degli aretini.
Altrettanto assodato è l’atteggiamento politico eccessivamente entrante, e incomprensibilmente da protagonista, dell’allora ministro delle Pari Opportunità e Riforme, proprio Maria Elena Boschi, che senza alcuna delega finanziaria si era occupata forsennatamente di Banca Etruria incontrando esponenti di Banca d’Italia, Consob e UniCredit.
Chiedere scusa? Neanche per sogno. Si scusi lei, Arezzo se l’aspetta e pure se lo merita.”