di Stefano Pezzola
Un Cardiologo molesta le sue pazienti e come pena da scontare gli danno un anno di visite a soli pazienti maschi: respinta la richiesta d’arresto della Procura.
Il medico considerava le donne “come una sorta di riserva di caccia sulle quali sfogare le sue pulsioni sessuali” afferma il giudice.
Molestie sessuali documentate da moltissimi video.
https://napoli.repubblica.it/cronaca/2022/10/15/news/cardiologo_molesta_pazienti_donne_video_puo_visitare_solo_uomini-370134638/?ref=fbpr
Leggere sul quotidiano La Repubblica questa notizia restituisce una idea del sistema giudiziario italiano nel nostro Paese.
Un sistema che ha completamente perso la capacità di giudizio e il senso del proprio essere ovvero garantire giustizia.
Ed evito di entrare in merito all’Ordine dei Medici di quella città che evidentemente non intravede in una condotta simile da parte del cardiologo – deplorevole e disonorevole – un oltraggio al codice deontologico.
Decidendo di non procedere con la radiazione immediata del collega.
E sufficiente la punizione inflitta dal sistema giudiziario, continuare a lavorare per un anno con soli pazienti di sesso maschile.
Mentre invece proseguono con puntualità e solerzia nelle sospensioni dal lavoro dei colleghi che rifiutano di inocularsi un farmaco che non immunizza sotto ricatto.
E’ proprio vero che ““una mela al giorno toglie il medico di torno. Basta avere una buona mira“.
L’Italia è quel meraviglioso Paese che radia dal proprio lavoro un medico per aver espresso idee supportate da prove documentali contro la vaccinazione di massa contro la Covid-19, ma che non radia il medico se nell’esercizio della professione commette abusi e molestie sessuali a danno delle pazienti.
Tutto molto bene da non benissimo.
Giusto per completezza il cardiologo dell’Asl di Pompei, in provincia di Napoli, è stato sindaco della stessa città.
Cimici e microtelecamere sono state installate nel suo ambulatorio dagli agenti di polizia, al fine di rilevare i suoi abusi.
Il materiale raccolto nel corso del 2021 ha permesso di formulare l’accusa contro un medico definito dal giudice come persona “spregiudicata ed abile“.