di Andrea Giustini
Su alcuni quotidiani c’erano già stati commenti negativi nei giorni scorsi. Il giurista Tullio Padovani aveva definito il decreto “anti-rave” proposto dal Governo Meloni come un caso di “analfabetismo giuridico”. Gaetano Pecorella e Giovanni Fiandaca, sempre giuristi, avevano a riguardo parlato di “ignoranza del Codice Penale” l’uno, e di “rischio di controllo e limite indebito alla libertà di riunione” l’altro. Ma fin qui si trattava di legittime “critiche tecniche” alla potenziale legge, o di prospettive molto opinabili sui suoi effetti. Su la Stampa invece è comparsa la solita parola denigratoria: “populismo”.
Mercoledì Giovanni Maria Flick, in un pezzo dal tono “attenti al lupo”, aveva scritto: «Se il diritto penale, anziché extrema ratio, viene usato per contrastare le diversità sociali e culturali, definendo apposite fattispecie criminali, finisce per scivolare sul crinale della democrazia securitaria, traduzione istituzionale del populismo penale». Ebbene oggi il quotidiano diretto da Massimo Gianni non solo ha rincarato la dose con questo “populismo”, ma ha tracciato anche un paragone singolare: fra i giovani dei rave e i medici “no vax”, che il Governo ha recentemente annunciato di voler reintegrare.
In “Il manifesto del populismo penale scritto da analfabeti del diritto“, Edmondo Bruti Liberati sostiene che quello del Governo è “populismo” per l’appunto, perché quella che avanza è una legalità ipocrita in sostanza, relativa. «La norma sui rave party – sostiene Liberati – è il manifesto del populismo penale. Legge e ordine, sì, ma dipende: il rispetto delle leggi richiesto ai ragazzi dei rave diventa un optional per i medici No-vax. Un messaggio che è un manifesto: questi medici sarebbero stati reintegrati a fine anno, fra sessanta giorni, ma ora è uno schiaffo anche ai loro colleghi, tra i quali magari qualcuno non del tutto convinto, che hanno rispettato la legge».
Imbastire paragoni fuori luogo fra categorie e situazioni molto diverse, quella dei giovani dei rave-party e quella dei medici che hanno scelto di non vaccinarsi, servendosi tra l’altro di un titolo solletica-pancia, evidente “manifesto” della denigrazione, non sarà anch’esso segno di analfabetismo giuridico e “populismo”?