a cura di Roberto Fiorini
Qualcosa di molto sorprendente accadde a Mileto, l’antica città greca sulla moderna costa turca, intorno al 600 aC.
Quel qualcosa è avvenuto nell’interazione tra due delle più grandi menti del luogo.
Il primo, Talete, uno dei sette saggi dell’antica Grecia, è spesso accreditato come il pioniere nell’applicazione del ragionamento deduttivo alla geometria e all’astronomia: ha usato la sua matematica, ad esempio, per prevedere le eclissi solari.
Per quanto meraviglioso, fu la reazione del secondo uomo, il concittadino di Talete di nome Anassimandro, di 11 anni più giovane di lui, che cambiò il mondo.
Anassimandro assimilò le idee di Talete, le trattò con il dovuto rispetto, ma poi le respinse e le migliorò e inventò teorie più esatte.
In attesa di acquistare e leggere il nuovo libro del fisico Carlo Rovelli in uscita proprio oggi, ho deciso di leggere un suo breve, divertente e provocatorio scritto pubblicato da Mondadori nel 2011 dal titolo Che cos’è la scienza. La rivoluzione di Anassimandro.
Laureato in Fisica all’Università di Bologna, Carlo Rovelli ha svolto il dottorato all’Università di Padova.
Ha lavorato nelle Università di Roma e Pittsburgh e per il Centro di Fisica teorica dell’Università del Mediterraneo di Marsiglia ed ha introdotto la Teoria della gravitazione quantistica a loop, attualmente considerata la più accreditata in ambito fisico.
Che cos’è la scienza?
Tutte le civiltà umane, dagli Egizi ai Maya, dai Cinesi ai Babilonesi, hanno sempre pensato che il mondo fosse fatto di Cielo sopra e Terra sotto.
Tutte, eccetto una: i Greci.
Per loro non c’era altra Terra sotto la Terra.
Né enormi tartarughe, come nei miti asiatici e pellerossa.
O le colonne di cui parla la Bibbia.
La Terra, per i Greci, non è altro che un sasso gigantesco che galleggia nello Spazio, immersa in un Cielo che continua sotto i nostri piedi.
Ad avere questa straordinaria intuizione – “una delle idee più audaci, rivoluzionarie e portentose dell’intera storia del pensiero umano” secondo Karl Popper – è stato il filosofo Anassimandro nella prima metà del VI secolo a.C.
È della sua straordinaria rivoluzione scientifica che parla questo libro di Carlo Rovelli, disponibile nella versione Oscar Mondadori, un’idea che ha aperto la strada alle scoperte di Copernico, Galileo, Newton, Einstein.
E che diventa lo spunto per una riflessione articolata sulla natura del pensiero.
Quel processo, l’idea che la conoscenza non fosse qualcosa di tramandato da dei o anziani, ma in evoluzione, qualcosa da interrogare rapidamente e su cui costruire, ha messo in moto ciò che oggi intendiamo come metodo scientifico.
Se Newton si caratterizzava come “in piedi sulle spalle dei giganti“, allora i due uomini vicino alla base di quella piramide umana erano Anassimandro e Talete di Mileto.
Nell’evolvere il pensiero di Talete, Anassimandro non fu solo il primo essere umano a sostenere che la pioggia era causata dai movimenti osservabili dell’aria e dal calore del sole piuttosto che dall’intervento degli dei – il tipo di saggezza naturale che era abbastanza eretica da portare al processo e alla morte di Socrate 200 anni dopo – era soprattutto il primo pensatore a sostenere che la Terra era un corpo sospeso in un vuoto di spazio, all’interno del quale il sole e le stelle non formavano un baldacchino o un soffitto ma ruotavano.
Un’idea rivoluzionaria, inventare in un colpo solo l’idea del cosmo.
Carlo Rovelli, autore del bestseller internazionale Sette brevi lezioni di fisica, è lui stesso un pioniere nei progressi della conoscenza teorica, con la sua continua ricerca sulla gravità quantistica.
In questo breve libro formativo descrive chiaramente Anassimandro come uno spirito affine, sebbene le sue affermazioni per il greco siano basate su tracce sparse di prove.
Non sappiamo quasi nulla di Anassimandro o delle sue idee da fonti contemporanee.
Rovelli lavora quindi un pò come un archeologo che setaccia un luogo di sepoltura alla ricerca di indizi, trovando punti di riferimento nei successivi resoconti storici di Plinio, Aristotele ed Erodoto, tra gli altri.
Solo quattro linee della filosofia di Anassimandro sono conservate intatte.
Sebbene parte del progetto di Carlo Rovelli sia quello di dare ad Anassimandro una maggiore importanza nelle storie della civiltà, è ugualmente interessato ad esaminare i fattori sociali che hanno portato a questo momento del big bang per il pensiero razionale.
Sostiene infatti che la cultura in cui è stata nutrita la saggezza del dubbio greco conteneva, per la prima volta, tutti gli elementi necessari per il progresso scientifico.
Questi fattori hanno una grande rilevanza per gli scienziati, i cittadini e i responsabili politici di oggi.
Mileto di 2.600 anni fa era un tempo e un luogo in cui la capacità di leggere e scrivere andava oltre una cerchia limitata di scribi d’élite.
L’effetto di estendere l’istruzione in lungo e in largo è stato istantaneo.
E non è un caso che il pensiero rivoluzionario di Anassimandro coincida anche con la nascita della polis – le nascenti strutture democratiche costruite sul dibattito sul modo migliore di governare la società.
Una volta che le persone hanno iniziato a vedere il potere come negoziabile, anche tutto il resto è diventato discutibile.
“Accanto alla desacralizzazione e alla secolarizzazione della vita pubblica – sostiene Rovelli – che sono passate dalle mani dei re divini a quelle dei cittadini, è arrivata la desacralizzazione e la secolarizzazione del sapere. La legge non è stata emessa una volta per tutte, ma è stata invece messa in discussione più e più volte“.
Questa nuova libertà di dubitare della saggezza ricevuta è stata cruciale in Anassimandro rivelando ciò che gli astronomi cinesi hanno impiegato altri 2.000 anni per riconoscere: che la Terra era sospesa nello spazio.
Ma c’era un altro fattore critico nel nuovo modo di pensare.
Era implicito nella geografia di Mileto come città commerciale in cui si incontravano le culture greca, egiziana e babilonese.
Anassimandro prese in prestito conoscenze da tutte queste tradizioni per costruire le sue teorie.
In questo – suggerisce Rovelli – invia forse il suo messaggio più potente attraverso i secoli, “un messaggio che può servire da monito per noi oggi“.
Quel messaggio è questo: “Ogni volta che noi, come nazione, gruppo, continente o religione, ci guardiamo dentro per celebrare la nostra specifica identità, non facciamo altro che esaltare i nostri limiti e cantare la nostra stupidità“.
I libri di Carlo Rovelli sono sempre fantastici.
Profondamente appassionato, scrive con un’abilità artistica che pochissimi altri scrittori scientifici hanno.
Anassimandro è un eroe nello sviluppo del pensiero scientifico.
Come viene creata la vita?
Qual è il suo rapporto con l’ambiente?
Come è nato l’universo?
Un bellissimo libro che pone queste domande ed indaga sulle risposte che insieme costituiscono la teoria della natura di Anassimandro.
Oltre due millenni fa le sue intuizioni preveggenti aprirono la strada alla cosmologia, alla fisica, alla geografia, alla meteorologia e alla biologia, mettendo in moto un nuovo modo di vedere il mondo.
Anassimandro celebra la radicale mancanza di certezze che definisce la ricerca scientifica della conoscenza.
Alcune cose sono ovvie.
È buon senso, per esempio, che le stelle siano sopra di noi, proprio come la terra è sotto di noi.
Guarda in alto, cielo, guarda in basso, terra.
Ulteriori deduzioni sono possibili: le cose cadono ma il terreno stesso no.
Quindi ci deve essere qualcosa che impedisce al terreno di cadere.
La verità osservabile è che la terra sta sotto il cielo, sempre.
Un libro che difende in maniera vivace e appassionata la libertà di pensiero.