CORTONA. L’impegno della parrocchia del Calcinaio e della Caritas Cortona quest’anno è doppio: al tradizionale presepe viene ad affiancarsi un progetto artistico di grande valore emotivo, ovvero un’opera di Antonio Massarutto ispirata al dramma dei profughi e dell’infanzia tradita.
Mercoledì 22 dicembre alle ore 11 una breve cerimonia per inaugurare il Presepe e scoprire la scultura.
Una festa, quella della Natività, cosi forte e che entra talmente dentro, che tutti noi recitiamo “a Natale siamo tutti più buoni “, spesso, come un “modo di dire”, senza chiederci cosa significhi e perché.
E ciò è così ovvio che ci scordiamo di domandarci cosa significhi “essere buoni”, se oggi non sia necessario un salto di qualità che abbini la bontà alla giustizia, alla solidarietà, alla condivisione. al senso sociale.
“L’opera”, afferma Antonio Massarutto, “l’ho chiamata ‘bambino senza volto’ e si ispira alle tragiche notizie dei giorni scorsi arrivate dalla non poi così lontana Bielorussia, dove migliaia di profughi bissano alle porte della opulenta Europa nella speranza di un futuro migliore e di dignità.
Questa storia mi ha profondamente colpito: possiamo dirci buoni quando noi europei lasciamo che la notizia di un bambino di un anno morto ai confini tra la cattolica Polonia e la Bielorussia, rimbalzi dentro il nostro vivere quotidiano, assieme a quella dei profughi ancora morti in mare, di una nuova vita che ha aperto gli occhi dentro una nave che, con il mare grosso, attendeva la indicazione del porto dove sbarcare?
Se questo è un uomo (citando Primo Levi), o meglio se questo è un bambino: non lo sappiamo, perché abbiamo perso gli occhi che permettono di vedere i volti. Solo se non vedi il volto puoi lasciare una creatura morire di stenti.”
E se il Natale non ci ispira nel cuore il termine “accoglienza”, che senso ha tutto il resto?
Voci profetiche e inascoltate come quella di Liliana Segre continuano a tuonare per farci capire come lo sterminio dello scorso secolo fu compiuto dai nazisti e dalla complice indifferenza che riuscì inspiegabilmente a crescere dentro l’animo di tanti uomini di quel periodo.
“Per questo quest’anno al Santuario di Santa Maria delle Grazie al Calcinaio”, afferma il parroco Don Ottorino Cosmi, “si potrà ammirare il nostro presepe che, bando ad ogni poetico fiocco di neve e volo di angeli, richiama alla realtà dei nostri giorni: un bambino rinchiuso dentro il filo spinato, un bambino senza volto. Ringraziamo Antonio Massarutto che ha avuto una grande ispirazione ed una forza morale così intensa”.
Chi ci farà visita al Calcinaio, sarà invitato anche a compiere un piccolo gesto: una donazione, un contributo o anche solo offrire materiale nuovo, calzini di cotone e di lana, materiale igienico, garze autochiudenti che saranno fatti pervenire a Linea d’Ombra ODV di Trieste, i cui responsabili, Lorena Fornasir e il marito Gian Andrea Franchi, assieme a tanti volontari, accolgono, curano, alleviano le sofferenze dei profughi e non si stancano di denunciare la disumanità della Fortezza Europa.
“Lo fanno anche per noi”, conclude Don Ottorino, “al posto nostro, ma chi si sente rappresentato e vuole dare forza all’idea può contribuire con il piccolo gesto proposto, che può anche diventare grande, secondo quanto si dilata il cuore. Questa sarà la nostra ‘luce verde’ che accenderemo per dire ‘noi ci siamo e ci mettiamo dalla parte della disperata speranza’ “.