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L’arte di gestire la tempesta

di Stefano Pezzola

L’arte di gestire una tempesta di Thich Nhat Hanh.

Una tempesta, quando arriva, rimane per un po’ di tempo e poi se ne va.

È così anche per le emozioni: vengono, restano per un po’, poi vanno via.

Un’emozione è solo un’emozione.

Non si muore per un’emozione.

Noi siamo molto, molto più di un’emozione.

Quando ti accorgi che sta per sorgere un’emozione, dunque, è molto importante che ti sieda in posizione stabile, oppure che ti metta sdraiato – anche questa è una posizione molto stabile.

Concentra poi l’attenzione sulla pancia.

La tua testa è come la cima di un albero durante una tempesta: io non ci resterei.

Porta la tua attenzione in basso, al tronco dell’albero, dove c’è stabilità.

Dopo esserti concentrato sulla pancia, sposta in giù l’attenzione, appena sotto l’ombelico, e inizia a praticare il respiro consapevole.

Inspirando ed espirando profondamente, sii consapevole del sollevarsi e dell’abbassarsi dell’addome.

Dopo aver praticato in questo modo per dieci, quindici o venti minuti, ti accorgerai di essere forte, abbastanza forte da resistere alla tempesta.

In questa posizione seduta o sdraiata, limitati a rimanere agganciato al respiro, proprio come un naufrago resta aggrappato a un salvagente: dopo un po’ di tempo l’emozione andrà via.

Questa è una pratica molto efficace, ma per favore ricorda una cosa: non aspettare di avere un’emozione forte per praticare, in quel caso non ricorderai come si fa.

Devi praticare ora, oggi che ti senti bene, che non hai a che fare con emozioni forti.

Questo è il momento per iniziare a imparare la pratica.

Puoi praticare ogni giorno per dieci minuti.

Siedi e pratica l’inspirazione e l’espirazione, concentrando l’attenzione sulla pancia.

Se fai così per tre settimane, ventuno giorni, diventerà un’abitudine; allora, quando monterà la rabbia o sarai sopraffatto dalla disperazione, ti verrà naturale ricordare la pratica; se ci riuscirai avrai fede nella pratica e sarai in grado di dire alle tue emozioni: “Bene, se ritorni farò esattamente la stessa cosa”.

Non avrai più paura perché saprai che cosa fare.

Pratica regolarmente.

Quando la pratica diventa un’abitudine, se non la fai ti sembra che ti manchi qualcosa.

Praticare ti porterà benessere e stabilità; e avrà anche un buon effetto sulla tua salute.

Questa è la miglior protezione che puoi offrire a te stesso.

Io penso sempre che l’energia della consapevolezza sia l’energia del Buddha, dello Spirito Santo che è dentro di noi e ci protegge in ogni momento.

Ogni volta che tocchi il seme della consapevolezza e pratichi il respiro consapevole l’energia di Dio, l’energia del Buddha è lì per proteggerti.

Una volta imparata la pratica, potrebbe farti piacere spiegare come si pratica a un amico, a un parente o ai tuoi bambini, se ne hai.

Conosco madri che praticano con i loro figli; tengono per mano il bimbo o la bimba dicendo: “Tesoro, respira con me. Inspirando so che la mia pancia si solleva. Espirando so che la mia pancia si abbassa”; guidano il bambino o la bambina nella respirazione finché lui o lei supera l’emozione. Se conosci la pratica sarai in grado di generare l’energia della stabilità e di trasmetterla a un’altra persona, tenendola per mano.

Puoi aiutare quella persona ad attraversare indenne una tempesta; potresti contribuire a salvarle la vita.

Moltissimi giovani, ai nostri giorni, non sanno gestire le loro emozioni; il numero dei suicidi è enorme.

Questo è un esercizio semplice ma molto importante.

In ognuno di noi c’è una forte energia chiamata energia dell’abitudine, vasana in sanscrito.

Tutti noi abbiamo energie abituali che ci spingono a dire o a fare cose che non vorremmo.

Le abitudini danneggiano noi e i nostri rapporti con gli altri.

Razionalmente sai che dire o fare una certa cosa causerà molta sofferenza, eppure la dici o la fai; a quel punto, il danno è fatto.

Poi ti dispiace, ti batti il petto e ti strappi i capelli dicendo: “Non dirò, non farò mai più una cosa simile”.

Ma anche se sei sincero, la prossima volta che si presenterà una situazione simile dirai o farai la stessa cosa.

Questa è la potenza delle abitudini, che i tuoi genitori e antenati potrebbero averti trasmesso.

Il respiro consapevole può aiutarti a riconoscere l’energia dell’abitudine quando si presenta.

Non devi combatterla, devi solo riconoscere che è tua e sorriderle.

Tanto basta.

Ciao, energia dell’abitudine. So che ci sei ma non puoi farmi niente”.

Le sorridi e poi sei libero.

Questa è una protezione meravigliosa.

Per questo ho detto che la presenza mentale è l’energia di Dio, l’energia del Buddha che ci protegge.

Perché l’energia della presenza mentale possa operare per te, è molto importante che tu pratichi ogni giorno il camminare e il respirare in consapevolezza.

Quando l’energia dell’abitudine inizia a manifestarsi continua a respirare, riconoscila e dille: “Ciao, energia dell’abitudine. So che ci sei, ma io sono libero. Non mi spingerai più a dire o a fare quelle cose”.

In questo modo acquisisci una maniera diversa di reagire, crei una buona energia dell’abitudine che sostituisce quella cattiva.

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