Il Comune di Sansepolcro e l’Associazione Cultura della Pace hanno l’onore di comunicare la lista dei candidati al Premio Nazionale “Cultura della Pace-Città di Sansepolcro” XVI Edizione, che sono stati monitorati dal Comitato Scientifico, composto da Mao Valpiana, Presidente del Movimento Nonviolento, Luigina Di Liegro, Segretaria della Fondazione Internazionale “Don Luigi Di Liegro” e Don Achille Rossi, filosofo e teologo:
Alessandro Bergonzoni, attore, comico, scrittore per il campo d’indagine “Parola e Umorismo”; CALP di Genova e USB Aeroportuali di Pisa, sindacati, per il campo d’indagine “Obiezione di Coscienza”; Comunità di Vignale Monferrato, per il campo d’indagine “Solidarietà”; Fabio Mini, ex generale e scrittore, per il campo d’indagine “Studi di geopolitica”; Marco Tarquinio, giornalista e Direttore di Avvenire, per il campo d’indagine “Giornalismo”. Ancora una volta il Comitato Scientifico ha dimostrato di saper cogliere il momento storico e proporre alla città di Sansepolcro esempi di impegno riguardante la cultura della pace e della nonviolenza, che rendono la nostra città centro nevralgico della discussione riguardante queste tematiche.
Di seguito una breve biografia dei candidati monitorati durante questo anno:
Alessandro Bergonzoni nasce a Bologna il 21 luglio del 1958. È un attore di teatro italiano, scrittore e drammaturgo, comico e cabarettista. E’ famoso per il suo stile surreale che lo vede giocare con le parole, accostando elementi, suoni e oggetti impensabili, con il fine di suscitare il riso e un’ilarità intelligente e grottesca. È, grazie al suo stile, uno degli interpreti più interessanti del panorama italiano del teatro dell’assurdo. Da ragazzo frequenta l’Accademia Antoniana e, contemporaneamente alle sue passioni, studia giurisprudenza, conseguendo la laurea. È il 1982 quando debutta in teatro, con un’opera scritta da lui e intitolata “Scemeggiata”. L’anno dopo continua sullo stesso fil rouge, lavorando all’interno dei testi e delle parole stesse, scardinando i significati abituali e cercando sempre nuove trovate drammaturgiche. “Chi cabaret fa per tre”, spettacolo del 1983, testimonia senz’altro la sua ricerca, bissata nel 1984 con “La regina del Nautilus”. È l’assurdo, in questi primi spettacoli teatrali, l’elemento comune della ricerca artistica di Alessandro Bergonzoni.
Dal 1985 comincia anche la sua attività in radio e, l’anno dopo, anche nel piccolo schermo. Nel 1986 infatti prende parte al programma televisivo trasmesso da Rai Uno “Il bello della diretta”. Con lo spettacolo “Non è morto né Flic né Floc”, del 1987, Alessandro Bergonzoni si fa conoscere a livello nazionale, guadagnandosi i primi riconoscimenti, come la “menzione speciale” della critica al Premio I.D.I. Nel biennio successivo investe sugli studenti, avviando una serie di seminari, profondendo la propria ricerca linguistica in chiave assolutamente comica, sfera, questa, della sua arte che sente sempre più appartenergli per indole naturale. Nel 1989 esce il suo primo libro, “Le balene restino sedute”, vincitore nel giugno dell’anno successivo della Palma D’Oro di Bordighera come miglior libro comico dell’anno. Ha collaborato con vari giornali e riviste, tra i quali, Corriere della Sera, La Repubblica, Max, Comix e con varie televisioni e teatri. Il 2000 lo vede intensificare le partecipazioni radiofoniche su Radio Rai e cominciare una strettissima collaborazione con la “Casa dei Risvegli – Luca De Nigris” che lo porterà ad occuparsi sempre di più, negli anni successivi, di malattia e cura tenendo decine di incontri in ospedali e università. Per questa associazione che si occupa del risveglio dal coma e della successiva riabilitazione cura insieme a Riccardo Rodolfi gli spot cinematografici/televisivi e la campagna stampa diventandone, da questo momento, il testimonial. E’ vincitore di vari premi e autore di vari libri che lo portano sempre a sperimentare la parola quale elemento espressivo dinamico e creativo.
CALP di Genova e USB Aeroportuali di Pisa sono associazioni sindacali che si sono segnalate per la loro attenzione al lavoro e al rifiuto di trasporto di armi nei teatri del conflitto mondiale. La prima si rifiutò di imbarcare armi per la guerra dell’Arabia Saudita contro lo Yemen e la seconda ha denunciato il trasporto di armi in Ucraina, trasporto spacciato per aiuti umanitari nel recente conflitto con la Russia.
Città di Vignale Monferrato, piccola comunità in provincia di Alessandria, ha esaudito l’ultimo desiderio di John, migrante ghanese di 25 anni di riabbracciare suo padre prima di morire. Affetto da una grave patologia tumorale, il giovane ha ricevuto l’aiuto del paese di Vignale Monferrato, che gli ha comprato il biglietto per tornare a casa in Ghana, dove continuerà a ricevere le cure necessarie. La storia commovente del 25enne è arrivata anche a Roma, dove Papa Francesco l’ha raccontato durante l’Angelus. “John, che per arrivare qui ha sofferto tutto quello che soffrono tanti migranti, alla fine si è sistemato nel Monferrato. Ha incominciato a lavorare, a fare il suo futuro, in un’azienda vinicola. Poi si è ammalato di un cancro terribile – spiega il Pontefice -, è in fin di vita. E quando gli hanno detto la verità, cosa avrebbe voluto fare, ‘tornare a casa per riabbracciare mio papà prima di morire’. E quel popolo, quel paese del Monferrato hanno fatto subito una raccolta e, imbottito di morfina, lo hanno messo su un aereo, lui e un compagno e lo hanno inviato perché potesse morire nelle braccia del suo papà”. “Questo – concluse Papa Bergoglio – ci fa vedere che oggi, in mezzo a tante brutte notizie, ci sono cose belle, ci sono dei “santi” della porta accanto”.
Fabio Mini, Tenente Generale è nato l’11 dicembre 1942 a Manfredonia (FG) ed è cresciuto a Pesaro. Diplomato in ragioneria e laureato in Scienze Strategiche, ha conseguito tre corsi di perfezionamento post-laurea di cui due in Scienze Umanistiche presso la “Accademia Agostiniana” dell’Università Lateranense ed uno in Negoziato Internazionale presso l’Università di Trieste. Ha comandato tutti i livelli di unità meccanizzate, dal Plotone alla Brigata. Il suo ultimo incarico operativo è stato quello di comandante della Brigata “Legnano” durante l’operazione “Vespri Siciliani” contro il crimine organizzato in Sicilia. Dal 1993 al 1996 ha svolto l’incarico di Addetto Militare a Pechino, Repubblica Popolare Cinese. Con il grado di Generale di Divisione, ha diretto l’Istituto Superiore di Stato Maggiore Interforze (ISSMI). Ha scritto molto su questioni militari, strategiche e geopolitiche. Tra i suoi lavori i libri: “Comandare e comunicare” (Alinari-Firenze, 1989), e “L’altra strategia” (Franco Angeli-Roma, 1998). E’ autore di oltre venti saggi e di molti articoli pubblicati su riviste militari e civili come “La Rivista Militare”, “LIMES” e “Heartland”. Nel 2001 ha curato la versione italiana del libro “Guerra senza limiti”, i cui autori sono i colonnelli della Repubblica Popolare Cinese Qiao Liang e Wang Xiaosui. Ha fondato e continua a dirigere “Newstrategy”, un istituto di ricerca e studio non a scopo di lucro. E’ membro delle Conferenze Mondiali Pugwash e del Comitato scientifico di LIMES. Svolge regolarmente seminari informativi presso le scuole ed i centri di addestramento nazionali dei Servizi di intelligence su questioni strategiche dell’Asia, dell’Estremo Oriente e sul terrorismo e crimine organizzato. Il Ten. Gen. MINI ha assunto il comando delle operazioni di pace in Kosovo a guida NATO (KFOR) il 4 ottobre 2002. Nel 2017 ha scritto il libro “Che guerra sarà” dove ha previsto e spiegato gli scenari che stiamo vivendo in questi giorni.
Marco Tarquinio, nato a Foligno, ma residente sin dalla nascita ad Assisi, è stato capo scout nell’Agesci locale. Esperto di politica interna e internazionale, inizia l’attività giornalistica a La Voce, settimanale cattolico della sua regione, l’Umbria, dove lavora tra il 1981 e il 1984. Dal 1983 al 1988 collabora come corrispondente da Assisi e poi nella redazione perugina del Corriere dell’Umbria, giornale nel quale è divenuto professionista. Nel 1988 diviene cronista politico-parlamentare nella redazione centrale romana della catena di quotidiani locali, La Gazzetta. Nel 1990 passa a Il Tempo, dapprima alla redazione esteri, poi come notista di politica interna e, quindi, capo della redazione politica. A febbraio del 1994 lascia Il Tempo per il quotidiano di ispirazione cattolica, Avvenire, dapprima come capo redattore centrale aggiunto nella redazione centrale a Milano e in seguito come capo della redazione romana; nel luglio del 2007 rientra alla redazione centrale, assumendo l’incarico di vicedirettore e nel 2009 viene nominato direttore. Con la sua direzione, Avvenire accentua l’attenzione ai temi della lotta alla diseguaglianze, per la giustizia e la sostenibilità economica e ambientale, aprendo le sue pagine alle proposte e alle esperienze del Terzo settore e della “economia civile”, vera alternativa ai fallimenti del comunismo e del capitalismo finanziario. Dal 2019 Avvenire pubblica e lancia anche in occasione del primo Festival dell’Economia civile, l’indagine condotta insieme alla Scuola di Economia civile (Sec) sull’Italia dello sviluppo felice e del Benvivere dei territori. Il giornale si conferma così voce “fuori dal coro”, apprezzata e contestata (da settori del mondo laico come anche da settori del mondo cattolico): gli effetti sulla diffusione sono positivi tanto che, in una fase di seria crisi dell’editoria, tra la fine del 2017 e la fine del 2018 Avvenire, unico col segno “più”, arriva a collocarsi stabilmente tra i primi cinque quotidiani generalisti italiani. Dal 2011 al 2016, sino alla cessazione dell’attività di quel dicastero della Santa Sede, è stato consultore del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali.
L’Associazione Cultura della Pace e il Comune di Sansepolcro, Presidenza del Consiglio Comunale, comunicano, inoltre, con grande soddisfazione, il nominativo del vincitore del Premio Nazionale “Nonviolenza” Edizione 2022.
Il Comitato Scientifico dell’Associazione Cultura della Pace, composto da Mao Valpiana, Presidente del Movimento Nonviolento, Luigina Di Liegro, Segretaria della Fondazione Internazionale “Don Luigi Di Liegro” e Don Achille Rossi, filosofo e teologo, insieme ai componenti dell’Associazione Cultura della Pace hanno ritenuto di premiare la figura di Enrico de Angelis, giornalista e storico della canzone che ha operato all’interno del Club Tenco dall’anno della sua fondazione e del quale è stato per vent’anni, responsabile artistico.
E’ un grande onore avere tra i vincitori di questa onorificenza un esperto di questo livello, che ha avuto il merito di contribuire alla conoscenza della parola cantata, che tanta influenza ha creato e continua a creare, in intere generazioni di persone. La musica e la canzone d’autore sono, infatti, elemento efficace di trasmissione di ideali e valori, di impegno sociale e di presenza consapevole nella società.
Questa la motivazione dell’assegnazione dell’Edizione 2022 del Premio Nazionale “Nonviolenza” a Enrico de Angelis: “Per la sua attività in favore della creazione di una cultura di pace e nonviolenta, attuata attraverso la ricerca e il lavoro sulla Parola cantata, quale strumento di dialogo e di costruzione di un lessico nonviolento, atto alla lettura della realtà, all’interno di un orizzonte, dove un nuovo paradigma si erge a motivo di impegno e lascito culturale”.
ENRICO DE ANGELIS, giornalista e storico della canzone:
Enrico de Angelis, nato a Bolzano e cresciuto a Verona, nel 1969 inizia la sua carriera giornalistica e due anni dopo s’iscrive all’Albo dei giornalisti professionisti, lavorando per molti anni in forza alla redazione del quotidiano L’Arena di Verona. Ha approfondito temi legati ai soggetti deboli ed emarginati della società, ricevendo diversi premi. Si è occupato particolarmente di spettacolo e cultura, in particolare del mondo musicale. Come critico musicale ha scritto o curato numerosi libri e collane sulla «canzone d’autore», espressione coniata per la prima volta da lui stesso. Numerosi anche i dischi dei quali è stato consulente o produttore artistico.
Attivo nel Club Tenco di Sanremo fin dalla fondazione nel 1972, ne è stato responsabile artistico dal 1996 al 2016. Ha lavorato a innumerevoli concerti, rassegne, corsi, conferenze, incontri pubblici, programmi radiofonici e pubblicazioni varie.
In particolare ha firmato la raccolta integrale del canzoniere di Jacques Brel, diversi volumi su Luigi Tenco, Piero Ciampi e Paolo Conte, una biografia incrociata di Ornella Vanoni e Gino Paoli, e altri libri su Léo Ferré, Virgilio Savona e il Quartetto Cetra, Sergio Bardotti, la cosiddetta “scuola genovese” dei cantautori, le canzoni di Italo Calvino. Ha curato tutti i libri del Club Tenco pubblicati dall’editrice Zona, ad esempio sulla letteratura messa in musica o sulla traduzione nella canzone.
Nel volume “Musica sulla carta” ha raccolto una ricca antologia dei suoi scritti in tema di musica lungo quarant’anni di giornalismo. Nel 2020 scrive il libro “Coltivo una rosa bianca. Antimilitarismo e nonviolenza in Tenco De André Jannacci Endrigo Bennato e Caparezza” con prefazione di Don Luigi Ciotti, Premio Nazionale “Nonviolenza” Ed. 2012 e introduzione di Mao Valpiana, Presidente del Movimento Nonviolento.